The Division 2 – Recensione

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The Division 2 - Recensione

Il primo The Division aveva un potenziale veramente immenso che, sfortunatamente, Ubisoft non è stata in grado di sfruttare al 100%. L’idea di base era ottima, l’ambientazione (New York) assolutamente affascinante e la struttura incentrata su loot e cooperazione funzionava. Peccato che, però, si dovesse fare i conti anche con una narrativa spesso insufficiente, con un ritmo di gioco non sempre adeguato e con qualche magagna tecnica di troppo.

Con The Division 2, nuovo capitolo proposto da Ubisoft, la compagnia ha deciso di prendere il meglio dal primo gioco cercando al tempo stesso di limare quei difetti che hanno tanto infastidito gli appassionati. Gli sviluppatori saranno riusciti in questo difficile compito? Scopriamolo insieme!

Washington DC

Il virus è arrivato anche a Washington, cuore politico degli Stati Uniti, portando anarchia, guerriglia e disordini. Sebbene l’ambientazione proposta nel capitolo precedente fosse di tutto rispetto, non possiamo fare altro che elogiare i ragazzi di Ubisoft per come sono riusciti a ricreare una capitale americana assolutamente stravolta e sconvolta dagli eventi raccontati nel gioco. L’utente si trova immediatamente immerso, anche questa volta nei panni di un agente della divisione, in una vera e propria guerra per il controllo dei vari quartieri e delle risorse disponibili nel mondo. La longevità è più che sufficiente e si attesta sulle 40 ore, le missioni proposte sono tutte interessanti e, è bene evidenziarlo, sono tutte assolutamente utili per immergersi nella trama o per acquisire potenziamenti.

A livello narrativo The Division 2 è sicuramente strutturato meglio del precedente, i dialoghi sono costruiti bene e il susseguirsi degli eventi che portano alla missione finale ha decisamente un ritmo più incalzante. Dobbiamo sottolineare però che alcuni personaggi non sono troppo convincenti… crediamo che i ragazzi di Ubisoft possano fare di meglio nel donare carisma ai propri eroi e ci ha sorpresi notare certe mancanze. 

Nel corso dell’avventura il giocatore si trova, in operazioni simili a quelle viste anche nei primi Far Cry, a dover liberare degli insediamenti che successivamente potranno essere sfruttati per viaggi rapidi, per ottenere missioni e, naturalmente, per equipaggiarsi e potenziarsi a dovere. Sfortunatamente non è possibile ripartire da dove ci si era fermati nel primo The Division, quindi gli utenti dovranno creare un nuovo agente da zero e ricominciare dall’inizio il percorso per diventare delle letali macchine da guerra. Le abilità a disposizione dei soldati non mancano e mostrano una buona varietà, anche questa volta il giocatore può scegliere più tipi di approccio senza essere eccessivamente penalizzato in nessun caso.

In conclusione narrativamente parlando The Division 2 ci ha convinti: il gioco ha più carattere del predecessore e crediamo possa portarvi via veramente molte ore.

PvE, PvP e PvEvP

A livello di gameplay The Division 2 è veramente simile al predecessore se escludiamo qualche piccola modifica. Ci troviamo nuovamente di fronte a una shooter senza nessuna pretesa di realismo in cui il tempismo e la conoscenza delle armi fanno tutta la differenza del mondo. L’intelligenza artificiale purtroppo non è migliorata rispetto al passato, nel corso della partita (e dell’endgame) ci troveremo di fronte a varie fazioni ma nessuna di queste brilla per acume o si distingue per tattiche raffinate. Quello che funziona negli avversari che il giocatore si trova a fronteggiare è sicuramente l’aggressività: i nemici non vedono l’ora di uccidervi e difficilmente riuscirete a respingerli stando fermi troppo a lungo nello stesso posto. 

Le armi, così come le mappe in cui si svolgono gli scontri a fuoco, sono state realizzate bene e abbiamo apprezzato molto l’attenzione al level design che emerge da questo gioco. 

A livello di PvP possiamo sicuramente sottolineare la riduzione del time to kill, così come la decisione più che mai opportuna di normalizzare le statistiche degli equipaggiamenti nella zona nera: in questo modo chi ha giocato un po’ di meno non è inevitabilmente destinato a essere massacrato dai veterani del gioco. 

A livello tecnico il gioco gira bene e non presenta difetti gravi, la gestione della luce è veramente eccellente e crediamo che anche i modelli dei personaggi siano stati realizzati veramente molto bene. Le animazioni, tuttavia, appaiono un po’ datate e ci aspettavamo sicuramente qualcosa in più nella gestione e nel caricamento delle texture. Nulla da dire infine sulla colonna sonora, suggestiva e in grado di catturare l’attenzione del giocatore nel corso dei suoi viaggi per Washington DC.

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