Air Mail – Recensione

un viaggio dai toni hollywoodiani nei ruggenti anni venti

Air Mail - Recensione

“Prima la posta, poi la vita”: questa una delle frasi di Babel, pilota di una compagnia postale nell’America di inizio novecento, protagonista di Air Mail. Air Mail riunisce in un unico volume le avventure di Clarence “Babel” Man, che ci guida in un viaggio alla scoperta degli aeroplani, mostrandoci il coraggio e lo spirito d’avventura dei pioneri del volo.

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Air Mail – La nostra recensione

Ambientato nei ruggenti anni ‘20, incontriamo Babel alle prese con avventure disparate dai toni cinematografici. Lo vedremo costretto a scontrarsi con condizioni di volo pessime e gangster locali. Lo incontreremo poi durante una disputa tra amanti e nel tentativo di scagionare la compagnia area da un’infame accusa di rapina. Infine, ci darà modo di apprezzare il fascino del volo e dell’innovazione, in una storia intrisa di triangoli amorosi e vendetta.

Micheluzzi riesce a rievocare le atmosfere dell’epoca, attraverso una ricostruzione attenta delle mode e dei costumi culturali. Air Mail si propone infatti di guardare al passato, ma lo fa con attenzione, senza cadere nella trappola di uno sguardo puramente nostalgico e semplicistico. Sebbene Babel possa sembrare “solo” un divo dai tratti un po’ hollywoodiani e lui stesso sia ispirato come aspetto ad un attore, le sue vicende offrono uno sguardo critico al periodo storico.

Da una parte, infatti, vediamo il lato innovativo e brillante degli anni ruggenti. Ci viene mostrato il progresso, rappresentato prima di tutto dall’aeroplano, che è protagonista delle storie tanto quanto Babel. Accanto, vediamo anche lo sfarzo, mostrato dai locali, dalle macchine e dagli abiti di lusso.

Dall’altra parte, tra le pagine di Air Mail troviamo anche una rappresentazione di un’America più rurale, in cui dominano campagne sconfinate ed il progresso tarda ad arrivare. Micheluzzi affronta inoltre il tema del proibizionismo e della crescente criminalità, che dilaga e permea ogni storia. Babel dovrà affrontare infatti gangster di alto livello, criminali organizzati e sicari, mostrandoci così il lato “oscuro” e lontano dalla legge tipico di quegli anni.

Le avventure del protagonista si scagliano quindi su uno sfondo che ci mostra le dicotomie di un paese che sente ancora aleggiare pesante l’ombra della guerra. Un paese in cui la ricchezza è spesso accompagnata dalla criminalità ed in cui le discrepanze socio economiche preannunciano i sintomi della grande depressione. 

A prima vista Babel può sembrare un personaggio egocentrico, forse al limite del narcisismo, ma, ad un’analisi più attenta, si rivela complesso. Non è un protagonista dai tratti eroici, anzi spesso ne vediamo ipocrisie e fallimenti. La scelta di restituirci un’immagine a tutto tondo lo rende un personaggio interessante e moderno, sfidando l’immagine dell’eroe che spesso la faceva da padrone negli anni in cui è stato concepito.

Da un punto di vista narrativo, la voce narrante spesso commenta le vicende rivolgendosi ai lettori. E, nel commentare, sottolinea le debolezze e le ipocrisie del protagonista, togliendogli quella patina di perfezionismo che lo renderebbe forzato.

Un discorso a parte, un po’ più spinoso, va fatto per la lettura del personaggio di Bella e delle donne in generale. Per questa tematica è necessario contestualizzare l’opera prima di giudicarla. Considerando che le vicende sono ambientate negli anni ‘20, possiamo dire che Air Mail ripropone lo sguardo dell’epoca, mostrandoci così le ingiustizie e le discrasie di genere. Le storie sono raccontate infatti tramite uno sguardo maschile e incarnano visioni e ideali patriarcali. Spesso le donne sono trattate e viste come oggetti, per lo più da considerare in base all’apparenza. Il mantra sembra essere: belle, statiche e pronte all’uso.

D’altra parte però, ad uno sguardo più attento, possiamo intravedere la volontà di Micheluzzi di creare figure femminili forti. Durante le vicende, incontriamo spesso donne che decidono in autonomia del loro destino e che difficilmente accettano passivamente l’ordine imposto. Bella, prima fra tutte, sottolinea più volte che è lei a decidere come e quando usare il proprio corpo. Questo gesto permette di ridarle agency, in un contesto in cui altrimenti sarebbe solo una figura passiva e statica. Incontriamo anche altre figure femminili che decidono di ribellarsi o che ci vengono mostrate come “sbagliate”, solo perché non sottostanno agli ideali patriarcali. Queste diventano spunto di riflessione sugli ideali rappresentati e ci permettono di vederne l’assurdità.

Possiamo dunque identificare un filo conduttore in quella volontà di mostrare personaggi femminili attivi. Spesso cercano di prendere in mano le redini delle proprie storie, magari piegando i valori del tempo a loro favore. Da un punto di vista stilistico, le tavole sono organizzate in modo simmetrico, quasi mantenendo un equilibrio nella disposizione delle vignette, sempre molto ordinate geometricamente.

La palette cromatica è prevalentemente a colori, tranne rare eccezioni in cui le tavole passano al bianco e nero per raccontare il passato. I colori sono chiari e lo stile è molto pulito e semplice, accompagna la storia senza mai sovrastarla.
Il linguaggio è secco, colloquiale e a volte scurrile, potremmo dire realistico. Lo sguardo delle vignette ricorda, per organizzazione e struttura, un fotoromanzo e non si esime dal mostrare scene più violente o erotiche.
Le storie poi offrono una buona dose di avventura, che spazia tra la terra e l’aria, in cui il ritmo si fa forsennato ed in cui ci ritroviamo a tifare per Babel col fiato sospeso.

Air Mail si presenta quindi come una buona raccolta per conoscere Micheluzzi e per (ri)scoprire il fumetto italiano del passato. Una raccolta per apprezzare gli aeroplani, che sono inquadrati nelle vignette e rimangono protagonisti delle storie, ed il volo, ma anche per rivivere gli anni venti, riflettere sulle tensioni e i cambiamenti sociali di quel periodo. Il volume presenta inoltre un’introduzione, che permette di contestualizzare l’opera e apprezzarla al meglio.

Sicuramente consigliato a chi ricerca tavole pulite e storie d’avventura dal tono spettacolare e cinematografico, può essere un ottimo punto di partenza per avvicinarsi al fumetto d’autore. 

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