Il castello invisibile – Recensione

una fiaba che fa riflettere

Il castello invisibile - Recensione

Il castello invisibile vi trasporterà in una fiaba di mistero dai toni tenui e onirici. Siete pronti a partire?

Il castello invisibile – La nostra recensione

Incontriamo Kokoro, una ragazza delle scuole medie che, in seguito ad atti di bullismo, si è rinchiusa in camera. Un giorno di maggio, lo specchio accanto al letto inizia a brillare in modo strano, attirando la sua attenzione. L’atmosfera ricorda, fin da subito, un sogno. Lo specchio infatti è diventato un portale verso un castello magico, in cui incontra altri sei ragazzi delle scuole medie ed una custode con indosso una maschera da lupo. I ragazzi qui avranno una missione: trovare la chiave e la stanza dei desideri, che permetterà ad uno di loro di esaudire qualunque desiderio abbiano, con scadenza il marzo successivo.

Così, poco alla volta, i ragazzi inizieranno a riunirsi e passare il tempo assieme. Avranno modo di conoscersi e di conoscere le proprie storie. Sarà un percorso lungo, che li porterà tuttavia a confrontarsi sui problemi che li affliggono. Essere lì, in qualche modo, è la prova infatti che nessuno di loro sta frequentando la scuola.

Ogni ragazzo porta con sé una storia diversa, con problematiche alle spalle che spaziano dal bullismo alle violenze domestiche, ritraendo le difficoltà adolescenziali in modo ampio e eterogeneo, senza cadere nella superficialità. Come spettatori, empatizziamo con i protagonisti, anche perché alcuni ostacoli possono essere ricordi del nostro passato o persistere nel mondo adulto. Il vissuto dei ragazzi permette poi di far riflettere su questi temi da un punto di vista interno. Si evita così il rischio di banalizzare quelli che, agli occhi adulti, potrebbero sembrare solo “screzi”. Per esempio, Kokoro mostra la sofferenza psicologica e fisica di chi soffre bullismo. Ma mostra altresì la difficoltà a comunicare, con i genitori e con la scuola, e le ansie per il futuro.

Con il tempo, il castello diventa un luogo sicuro in cui aprirsi in merito non solo ai problemi, ma anche ai desideri profondi, mostrando l’importanza dei legami di amicizia.

Lo sguardo del regista però brilla in particolare nella seconda metà del film. Qui Kokoro sarà chiamata a diventare l’eroina della storia e risolvere il grande mistero del castello. Perché sono stati chiamati? Cosa li accomuna davvero? Grazie al supporto della consulente scolastica e di un’amica, la ragazza capirà che ogni stagione, anche quelle più burrascose, è destinata a finire. Il film non offre una semplicistica visione in cui ogni problema sarà risolto, ma invita piuttosto a considerare il fatto che, per quanto possa essere dura, anche i periodi più bui passano e si possono affrontare. Kokoro sviluppa uno sguardo che relativizza i problemi e aumenta la fiducia in se stessa.
In questo senso, Il castello invisibile si profila non solo come una storia di mistero, ma anche come un percorso di crescita e formazione. Kokoro e gli altri ragazzi dovranno imparare a superare le difficoltà- o per lo meno imparare a conviverci.

Come accennato, la storia è un mistero dai toni onirici, in cui le ambientazioni ricordano quelle di una fiaba. Il ritmo è un po’ più lento nella prima parte, ma riesce a riprendersi molto bene verso la fine, quando Kokoro dovrà fronteggiare una crisi e risolvere il mistero, con un colpo di scena che ribalterà la situazione.
Una visione consigliata, che vi accompagnerà tra dimensione fiabesca e piccoli intrecci da risolvere, portandovi a riflettere su tematiche e problemi sociali importanti.

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