Borderlands – Recensione

Dal videogioco al cinema

Borderlands - Recensione

Eli Roth dirige la versione cinematografica di un noto franchise di videogiochi. Il risultato finale non convince del tutto e un po’ annoia.

Borderlands – La nostra recensione

Avete presente i film tratti dai videogiochi? 
I film con protagonisti gli anti-eroi che durante il loro viaggio si scoprono gruppo,famiglia,ecc.? I film ambientati in un mondo post – apocalittico, allo sfascio, dove l’avidità e la ricerca di ricchezza rende le persone più ciniche? 
Immaginiamo di si.
Ecco, se siete sazi di questi film, forse Borderlands potrebbe portarvi all’indigestione. Se ne siete saturi, saltate questo film, perché vi andrà sicuramente di traverso.

Se, invece, non ne avete mai abbastanza e la variante sul tema vi incuriosisce sempre e comunque, Borderlands vi aspetta in sala da oggi. Come sicuramente sapete, Il film è ispirato ad una fortunata serie di videogames, prodotta da Gearbox Software. 

Il film inizia con il rapimento della giovane (e folle) Tiny Tina. 

Atlas, il padre della ragazza, ingaggia la cacciatrice di taglia Lilith (una sempre convincente Kate Blanchett) per ritrovarla.

Durante la missione, Lilith incontra l’automa ClapTrap (doppiato da un ottimo Jack Black) e una serie di freaks che, almeno inizialmente, la ostacolano.. Il recupero di Tyna si incrocia con la misteriosa ricerca della Cripta su Pandora – il pianeta natale di Lilith –  da parte degli uomini di Atlas. La Cripta custodisce un tesoro inestimabile, ricercato da tutta la Galassia. 
Così come l’incipit, lo svolgimento e la conclusione del film procedono lineari. Un vero peccato. Circa un anno fa, usciva Thanksgiving e ne parlavamo con entusiasmo. Questa volta il film Eli Roth – regista, autore del soggetto e co-sceneggiatore di questo progetto – non ci ha convinto.

Un grande cast (ci sono anche Jamie Lee Curtis e Kevin Hart!), una bella fotografia, dei buoni effetti speciali, una colonna sonora aderente al film non salvano un film scontato, pieno di cliché e che, nonostante sia ispirato a un franchise videoludico di successo, va a ricalcare diversi titoli cinematografici, lasciando lo spettatore in un continuo stato di dejà vu. Una scelta più azzardata, meno mainstream e più vicina ai B Movie nell’estetica e nella narrazione avrebbero probabilmente giovato all’esito finale. La sensazione, comunque, è che il film sia arrivato al cinema in un momento poco favorevole, dove i film tratti da fumetti e videogiochi stanno vivendo un momento di stanchezza, attualmente interrotto da Deadpool e Wolverine, grazie alla sua capacità di rompere gli schemi e giocare con i paradigmi del genere.

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Informazioni su Mauro Orsi 145 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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