Captain America: Brave New World – Recensione

Il ritorno di Cap

Captain America: Brave New World - Recensione

Dopo la festa esagerata con Deadpool e Wolverine, si ritorna nel classico Marvel Universe. Non c’è Steve Rogers,ma c’è Harrison Ford che diventa Hulk Rosso. Può bastarci, per ora.

Captain America: Brave New World – La nostra recensione

Harrison Ford entra nel Marvel Cinematic Universe! Interpreterà il Generale Thaddeus Thunderbolt Ross. Si tratta di un recasting dovuto alla scomparsa del grande William Hurt. Il personaggio, dunque, è già apparso in cinque progetti del MCU: è l’antagonista di Hulk nel film dedicato al Gigante Verde del 2008 e soprattutto è il Segretario di Stato che impone gli accordi di Sokovia agli Avengers in Captain America: Civil War (2016). Ora, in questo capitolo Ross diventa addirittura Presidente degli Stati Uniti.

Il rapporto del Generale con i Supereroi è sempre stato conflittuale, pieno di riserve e mal tollerato; tuttavia, l’arrivo alla Casa Bianca rappresenta per Ross una ripartenza: desidera un cambiamento politico, e umano. I rapporti con la figlia Betty (Liv Tyler) si sono interrotti dopo la caccia a Bruce Banner/Hulk e un cursus honorum di tutto rispetto non può comunque celare una ferita paterna così profonda. 

Ma tornando al suo nuovo incarico di Presidente, Ross vuole partire con il piede giusto anche con Sam Wilson, un Capitan America meno carismatico, ma pur sempre un simbolo per l’intera nazione, il profilo ideale per riformare gli Avengers. Sam è affiancato da due personaggi che molti di voi conosceranno grazie alla serie di Disney + Captain America & Winter Soldier: il nuovo Falcon Joaquin Torres e Isaiah Bradley, storica Super Soldato con un passato e una vita ancora più complicata di Steve Rogers.

Tutto sembra mettersi bene: Sam si trova a suo agio come nuovo Capitano, ha salvato anche un prezioso carico di adamantio, potentissimo metallo di cui è composto lo scheletro di Wolverine ma di cui non avevamo ancora sentito parlare nel MCU. Il prezioso carico stava per essere ceduto a un misterioso venditore dai Serpenti, gruppo di trafficanti e mercenari guidati da Sidewinder (Giancarlo Esposito , e chi se no?).  

La missione di Cap ha evitato una crisi internazionale tra Stati Uniti e Giappone, ma la situazione crollerà improvvisamente: un attentato al Presidente Ross alla Casa Bianca è il primo pezzo di un domino che coinvolgerà Bradley, Sidewinder,la new entry Shira Haas che interpreta il funzionario del Governo Ruth Bat Seraph, il Giappone e le pastiglie per il cuore del Presidente. Ma chi c’è dietro a questo piano criminale particolarmente ingegnoso?

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La sceneggiatura di – tra i tanti nomi citati – Malcolm Spellman (Captain America & Winter Soldier) e il regista del film Julius Onah (The Cloverfield  Paradox) è lineare e ha la capacità di riprendere personaggi e situazioni di film passati, tappando più di un buco. Ma state tranquilli: non è necessario essere completisti e tuttologi del MCU per gustarsi il film, di cui è finalmente apprezzabile anche la durata: 118 minuti, con una scena post-credit.

Si è parlato in maniera più o meno ufficiale di continui reshooting per Brave New World e, volendo prendere per vere queste voci, si può immaginare che alcune modifiche siano state apportate al personaggio di l’Israeliana Ruth. Le sue origini sono lasciate in disparte. Una riflessione interessante può essere fatta anche nel rapporto tra il Presidente Ross e Cap. Wilson, più di una volta, fa riferimento al suo amore per gli Stati Uniti, al di là di chi sia il Presidente eletto. Dobbiamo leggere dei riferimenti tra la Hollywood democratica e il Governo Trump 2.0?

Chiudiamo l’articolo con un’ultima considerazione su Hulk Rosso. Come trapelato sul web, il minutaggio del (potenziale) villain del film è ridotto, ma come avrete intuito la figura di Ross nel film è centrale e la trasformazione in Hulk Rosso è spettacolare, anche se lascia un po’ di amaro in bocca per la risoluzione della vicenda.
Parlare di Hulk Rosso/Thunderbolt Ross significa parlare di Harrison Ford, ennesimo big di Hollywood nel MCU. Il suo arrivo e quello di Giancarlo Esposito evidenziano in maniera netta la mancanza di carisma di Anthony Mackie, l’interprete di Cap. Nonostante il personaggio di Wilson sia ben scritto e abbia un’identità ben precisa e differente da Steve Rogers, Mackie sembra soffrire un po’ di vertigini, a differenza del suo personaggio. La pellicola non ne risente più di tanto e nel complesso i film stand alone sul Capitano si confermano i più solidi del MCU.

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Informazioni su Mauro Orsi 174 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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