X-Men: Dark Phoenix – Recensione

La fine di un'era?

X-Men: Dark Phoenix - Recensione

Prima di approfondire gli aspetti legati a “Dark Phoenix”, bisogna dare atto che la saga degli X-Men, a partire dal titolo omonimo del 2000 con la regia di Bryan Singer, ha gettato le basi per i cinecomics, aprendo la strada a un filone hollywoodiano che ora domina il mercato. E per questo rendiamo omaggio a Fox, che ha giocato con il mondo complesso e vario dei fumetti concentrandosi sulla vita dei Mutanti, metafora Marvel per parlare di diversità ed integrazione. Tra alti e bassi, cosa lascia ai posteri, il Ventennio Mutante?

X-Men: Dark Phoenix – Recensione

– il casting: ottima la scelta di utilizzare attori del calibro di Ian McKellen e Micheal Fassbender per Magneto e Patrick Stewart e James McAvoy per il professor X. Ottima anche l’intuizione su Hugh Jackman e Halle Barry e successivamente il coinvolgimento di Jennifer Lawrence e Sophie Turner.

– il coraggio: va apprezzato da un lato, il tentativo (quasi mai riuscito, va detto) di portare sul grande schermo le saghe storiche dei Mutanti; dall’altro lato non si è mai persa la voglia di sperimentare, soprattutto nei film “solisti” come Logan e Deadpool, dove emerge in maniera significativa la capacità di unire il mondo  dei fumetti ad altri generi affermati.

Purtroppo, dal mio punto di vista, questa saga ci lascia poco altro. Spesso gli spettatori si sono trovati a guardare dei film piacevoli, con dei personaggi ben delineati, ma delle trame però troppo spesso confuse o troppo frettolose. Intendiamoci, per fortuna, non tutti i film devono durare tre ore, ma è importante che la sceneggiatura si prenda i suoi spazi, non lasciando dei punti oscuri sulla vicenda. Dark Phoenix ha esattamente pregi e difetti di tutti i suoi predecessori. Sicuramente dopo il deludente (per chi scrive) Era di Apocalisse, la pellicola su Fenice Nera è più coinvolgente e permette una maggior immedesimazione con i personaggi.

La vicenda si svolge dieci anni dopo lo scontro con Apocalisse: gli X Men sono degli eroi nazionali, collaborano con la Casa Bianca, sono gli idoli delle folle e degli esempi da seguire per i bambini. La Scuola del Professor X prosegue il suo percorso formativo per giovani mutanti; Bestia e Raven, oltre che docenti, guidano la squadra di X Men, impegnata a difendere la Terra dai pericoli. La squadra è inoltre formata da Ciclope, Tempesta, Nightcrawler e Jean Grey, giovane telepate, dai poteri simili a Xavier.

Durante una missione nello spazio, per venire in aiuto a degli astronauti in difficoltà, Jean rischia la vita… lo shuttle, esplodendo, incamera una quantità di energia nel corpo della ragazza, donandole una forza incommensurabile, difficile da gestire, specie quando la giovane rossa perde la calma. I poteri di Jean sono spaventosi, incontrollabili e permettono alla giovane di recuperare nella sua mente anche alcuni ricordi legati alla sua infanzia che il Professor X le aveva nascosto.

Le premesse per un grande film ci sono tutte: che sia un film dei Marvel Studios, Fox o Sony, il paradigma classico del “supereroe con superproblemi” emerge sempre, favorendo appunto il coinvolgimento del pubblico. Il film però pecca di superficialità e come già detto anche per Justice League, l’effetto sorpresa nei cinecomics è un po’ perso. È un film trascurabile, ma che allo stesso permette di passare due orette piacevoli al cinema.

Sarà interessante capire, dopo l’acquisizione della Fox da parte di Disney, se e quando i Mutanti e i Fantastici Quattro verranno introdotti nel Marvel Cinematic Universe. Se così fosse, l’indicazione è una sola: maneggiare con cura!


Informazioni su Mauro Orsi 155 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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