Fast X – Recensione

Il decimo capitolo

Fast X recensione

…e siamo arrivati a dieci! No, non sarà l’ultimo! E c’è tutto il cast, perché siamo vicini alla resa dei conti! Anche Jason Momoa si unisce alla festa! Troppo entusiasmo? Troppe esplosioni? Tutto troppo assurdo? Certo che sì! Datecene ancora!

Fast X – La nostra recensione

Uno dei proverbi più noti e utilizzati dice che il troppo, stroppia. Certo, è un principio sano, applicabile a moltissimi aspetti della nostra vita: alimentare, lavorativo, affettivo, finanziario…e cinematografico?
La domanda sorge spontanea e la risposta è meno scontata di quanto si possa pensare. Se ve la sto ponendo qui, in un pezzo che vuole parlarvi di Fast & Furious, la risposta che cercherò di argomentare è: al cinema il troppo non stroppia. Mai. Anzi, si può proprio esagerare: un’esplosione ogni tre minuti, lanciarsi da un aereo su una canoa volante, far sfrecciare una macchina sugli scalini di piazza di Spagna a Roma. La fantasia non ha limiti, ce li hanno solo il budget e il buon gusto e in Fast X il budget non è assolutamente un problema

Fast X, come gli ultimi capitoli della saga (che dovrebbe terminare con il dodicesimo film), ha un budget stratosferico. L’aspetto illegale delle corse clandestine è passato in secondo piano già da un po’ (eufemismo) per lasciare spazio a scontri con villains di ogni genere; la produzione di Fast è ricca, curata, da blockbuster di prima fascia, come possono essere un film di Mission Impossible, un action di Michael Bay o di uno dei tanti cinecomics attuali (genere al quale si sta sempre più avvicinando a mio avviso). Per onor di cronaca, negli ultimi capitoli (escluso il 7) richiama in maniera tragicomica Pepperoni, la serie interpretata da Mariano Giusti (Corrado Guzzanti) in Boris, dove un italo-americano provoca esplosioni, sparatorie e stragi preannunciate dal suo grido di battaglia. Pepperoni, appunto. 

Troppo kitsch, trash o cringe? Forse, ma da un action movie moderno mi sembra lecito pretendere i seguenti ingredienti: inseguimenti barocchi, la vittoria dei buoni, una colonna sonora appropriata e un po’ di distrazioni dal logorio della vita moderna.

Cosa posso dirvi, nello specifico, di questo film? Arriva un super villain interpretato da Jason Momoa. Si tratta di Dante, figlio del signore della droga Hernan (incontrato in Fast 5), che vuole vendicare la morte del padre, avvenuta per mano di Dominic Toretto. Dante è spietato, vuole distruggere il mondo di Dom. Lo scontro tra i due è serrato e coinvolge diverse città nel mondo (si arriva anche in Italia), molte delle quali già incontrate nei precedenti episodi della saga. Siamo vicini alla conclusione, tutti i personaggi visti negli anni – ripeto TUTTI – devono intervenire per fermare Dante. Noi siamo pronti.

Ma – perché c’è un grande “Ma” – lo definirei un film di (in)sano intrattenimento. Attenzione! Non pericoloso, ma solamente un cinema d’azione, con personaggi non particolarmente sfaccettati che hanno il potere di fare tutto, anche salvare il mondo. Per farvi un esempio trasversale, perché Tex non è mai stato colpito da una pallottola? Negli action movie avete mai visto l’eroe in difficoltà? E soprattutto ci interessa vederlo davvero?
Cosa c’è di bello in Fast X? Si esagera, si ride di queste esagerazioni, c’è autoironia, che sicuramente è espressa meglio in alcuni personaggi (Tej e Roman su tutti), rispetto a altri. Gli aspetti morali (parolone) del film (la famiglia, la fede, la sfida verso l’impossibile per vincere) sono trattati in maniera lineare e semplice, per arrivare a tutti.

Il Cinema è una bella miscela di arte e intrattenimento; con Fast si gioca solamente nella seconda categoria. La gente ha voglia di storie, le cerca, le guarda. Film come Fast servono a ricreare – si spera – quel rito collettivo legato alla visione del film in sala, esprimendo le proprie emozioni, tra applausi, urla e fischi. E l’educazione? Si insegna in famiglia, a scuola, tra amici veri. E il cinema di qualità? Lo si scopre, se c’è curiosità e passione (e internet, ovvio), I Blockbusters portano guadagni che possono essere reinvestiti nell’industria. Anche nei titoli più piccoli. Non deve piacere tutto, ma è corretto fare un corretta analisi della situazione.

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Informazioni su Mauro Orsi 157 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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