Dal 4 aprile nei cinema troverete un film che vi farà uscire dalla sala con un grosso sorriso e canticchiare gli Earth, Wind and Fire.
Il mio amico Robot – La nostra recensione
Usciti dalla sala, al termine dell’anteprima stampa, scattano i classici commenti a caldo. Il film è appena terminato, le emozioni – qualunque esse siano – sono fresche, c’è poca elaborazione. Mi viene da definire il film poetico. A distanza di qualche giorno, confermo questa sensazione. Provo a condividere il mio pensiero, invitandovi a priori a dare una possibilità a questo film d’animazione, giustamente annoverato nella cinquina dei Premi Oscar.
Il film, distribuito in Italia da I Wonder, è Il Mio Amico Robot. In originale, si intitola Robot Dreams. Entrambe le opzioni, rappresentano bene l’essenza del racconto, ispirato all’omonima graphic novel di Sara Varon.
Nella Manhattan degli anni ‘80, Dog si sente solo… come un cane. Per rimediare a questa sensazione di vuoto e tristezza, decide di acquistare un androide, faccia simpatica. Visivamente può ricordarci Bender di Futurama, ma senza blackjack e squillo di lusso (semicit.), e con un gran desiderio di essere felice insieme al suo nuovo amico. I due, insieme, si divertono molto, si capiscono, sono sincronizzati nei pensieri, nelle emozioni e nel ballo, soprattutto quando dalle casse dello stereo parte September degli Earth, Wind and Fire.
Purtroppo, dopo un allegro pomeriggio in spiaggia, Robot resta incagliato nella sabbia. Sarà ruggine? La batteria scarica? Chi può dirlo… resta il fatto che i due amici sono costretti a separarsi. Dog tenterà più volte di tornare in spiaggia a recuperare il suo amico, senza esiti positivi. La marea, il vento e – con il passare dei mesi – la neve coprono Robot, che risulta introvabile.
Entrambi i protagonisti sognano di ritrovarsi, attraverso dei viaggi, che, purtroppo, caratterizzano solo le loro fantasie. Dog perde sempre più le speranze. Robot, vive i suoi Robot Dreams e come un Piccolo Principe meccanico durante la sua sosta forzata in spiaggia incontra diverse persone e animali, grazie ai quali impara nuove sfumature e significati delle relazioni. I due saranno destinati a ritrovarsi? Questo non ve lo dico, ma entrambi impareranno l’importanza che, comunque, parafrasando De André, è meglio essersi lasciati che mai incontrati.
Il Mio Amico Robot è un lungometraggio d’animazione, muto, adatto a tutti, ma che parla soprattutto ai più grandi. I 90 minuti sono scorrevoli, l’animazione classica che richiama, appunto, il periodo in cui è ambientato il film è familiare agli adulti, ma la sua semplicità, la nitidezza dei colori e la colonna sonora lo rendono estremamente moderno. Come dicevano i Depeche Mode, Words are very unnecessary.
Ma dove sta la poesia? Io l’ho trovata nello sguardo dei protagonisti, capaci di volersi bene, soffrire e scoprire la gratitudine che sta nell’incontro con l’Altro, anche se non tutti gli incontri hanno lo stesso valore. Forse, in fase di montaggio, qualcosa poteva essere tagliato, ma il film è assolutamente godibile.
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Summary
Già vincitore di un Annie Awards come miglior film d’animazione indipendente, Il Mio Amico Robot di Pablo Berger arriva finalmente nelle sale italiane, pronto a farsi spazio in un’annata d’oro in cui il pubblico è tornato in massa al cinema scegliendo anche film indipendenti ma di grande valore, grazie al metodo più antico ed efficace: il passaparola. Consigliato a chi ha voglia di novità ed è un po’ stanco dei soliti blockbuster.
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Trama7.5/10
7.5/10
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Regia7/10
7/10
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Personaggi8/10
8/10
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Colonna sonora8/10
8/10