Site icon Nerdgames

Il ragazzo e l’airone – Recensione

Il ragazzo e l'airone raggiunge traguardi da record

Quando c’è una bella storia da condividere, non resta che raccontarla. Hayao Miyazaki torna con un film straordinario per raccontarci la Vita e la Morte. 

Per introdurci al viaggio nel nuovo, splendido e imperdibile film di Hayao Miyazaki è necessario affrontare due piccoli temi. Lo faremo prendendo spunto da eventi riconducibili più al mondo della Musica che del Cinema. 

1 / 14

Il ragazzo e l’airone – La nostra recensione

Primo tema: il ritorno in scena dopo il ritiro

Molti cantanti, arrivati all’età del pensionamento, spesso si lanciano nell’ultimo tour, l’ultimo album o l’ultima reunion se parliamo di band. Alcuni Last Tour sono durati decenni, altri annunciati più volte.  I motivi possono essere i più disparati: paura di smettere, voglia di mettere da parte gli ultimi milioni, ma non è necessario essere vittime del cinismo. Può rifiorire l’urgenza di raccontare e condividere Nuova Arte. 
Ecco, Miyazaki nel corso della sua carriera si è ritirato per ben due volte e, dopo la realizzazione di Si Alza il Vento (2013) viste anche le tematiche del film (correte a recuperarlo immediatamente se non sapete di cosa stiamo parlando) era chiaro il suo addio alle scene. Invece, dopo sei anni di lavoro, il Maestro dello Studio Ghibli è tornato con una storia meravigliosa. Insomma si produce, quando fioriscono le idee, quando la curiosità non si spegne e l’autocelebrazione non è neanche contemplata. 

In breve, quando si è degli Artisti.

Seconda metafora: l’intoccabilità di certi artisti

Pink Floyd, Radiohead, Tool. Cos’hanno in comune? Non se ne può parlare male. Nel mondo della Musica ma anche del Cinema (Michelangelo Antonioni,Stanley Kubrick e Quentin Tarantino su tutti) alcuni illustri nomi non possono mai essere criticati. Con una bella chiusa come “non è il mio genere” o “non li conosco ma tanto rispetto” si cerca di mantenere intatto il culto. Si tratta esclusivamente di una questione di fan base, ma che noia.Miyazaki, suo malgrado, è entrato nella cerchia degli intoccabili. Ora, dopo dieci anni, la situazione non può che essere peggiorata. 

Il film è un capolavoro, ma se qualcuno dei vostri amici esprime dissenso, abbracciatelo forte

Guardiamo film per divertirci, emozionarci, riflettere e ritrovare un po’ anche noi stessi. E il Maestro è il primo che inserisce molti spunti autobiografici per dirci uno dei tanti ruoli del Cinema nella sua vita. Rendiamo omaggio a lui e a tutta la Nona Arte stimolando il dialogo e la scoperta di altre visioni

Ma il film? Semplicemente stupendo!

Nella sua nuova opera, troviamo tutti i temi cari al Maestro: l’infanzia, la natura, la guerra, la perdita, la famiglia. La sceneggiatura è tratta da un romanzo del 1937, E voi come vivrete? di Genzaro Yoshino (ristampato da KappaLab) e già dal titolo capiamo che la sfida che ci lancia il regista è più che stimolante.

Il protagonista del film è Mahito, un dodicenne rimasto orfano di madre dopo un bombardamento aereo. Il padre del ragazzo ha deciso di risposarsi e la sua nuova compagna è in dolce attesa. Mahito deve dunque affrontare tanti cambiamenti: una nuova famiglia, una nuova casa, una nuova scuola e delle nuove abitudini. Nulla in confronto al passo più impegnativo, l’accettazione della morte della madre. La matrigna di Mahito, un giorno, scompare e toccherà al ragazzo cercarla, guidato da un airone cenerino che si dimostra tutt’altro che amichevole.

Come un moderno Enea, Mahito inizia la ricerca della donna in un mondo che non è il nostro. Qui, la natura è dominante, selvaggia e in alcuni tratti anche oscura. Oltre all’Airone, anche i pellicani e i parrocchetti si dimostrano dei pericolosi antagonisti e non sarà facile per il ragazzo compiere la sua missione.
Il Maestro regala al suo pubblico una toccante allegoria della Vita, il viaggio per antonomasia, ricco di luci e ombre, di gioia e depressione, di scoperte e di delusioni, di perdita dell’innocenza, ma di crescita della consapevolezza. Rispetto ai suoi film precedenti, l’atmosfera è più cupa. La sensazione è che il regista ci offra un’opera d’arte, un quadro in movimento che lascia allo spettatore la libertà di scrutare ciò che più lo colpisce.La visione di Miyazaki – 82 anni tra pochi giorni – è complessa, ricca di sfumature e tutti coloro che andranno in sala a vedere il film usciranno con un grande desiderio di rivederlo, per mettere ancora più a fuoco i tanti messaggi disseminati durante la visione.

Il Ragazzo e l’Airone è un film da degustazione, è un esempio di cinema classico che non gioca con la nostalgia, ma punta all’immortalità come le grandi opere. Che sia o meno l’ultimo tassello di un percorso artistico durato decenni, dobbiamo essere veramente grati di aver vissuto nella stessa epoca di Hayao Miyazaki.

SEGUICI SUL NOSTRO CANALE TELEGRAM E RESTA AGGIORNATO IN ANTEPRIMA SUI NOSTRI CONTENUTI!

Exit mobile version