Quando c’è una bella storia da condividere, non resta che raccontarla. Hayao Miyazaki torna con un film straordinario per raccontarci la Vita e la Morte.
Per introdurci al viaggio nel nuovo, splendido e imperdibile film di Hayao Miyazaki è necessario affrontare due piccoli temi. Lo faremo prendendo spunto da eventi riconducibili più al mondo della Musica che del Cinema.
Il ragazzo e l’airone – La nostra recensione
Primo tema: il ritorno in scena dopo il ritiro
Molti cantanti, arrivati all’età del pensionamento, spesso si lanciano nell’ultimo tour, l’ultimo album o l’ultima reunion se parliamo di band. Alcuni Last Tour sono durati decenni, altri annunciati più volte. I motivi possono essere i più disparati: paura di smettere, voglia di mettere da parte gli ultimi milioni, ma non è necessario essere vittime del cinismo. Può rifiorire l’urgenza di raccontare e condividere Nuova Arte.
Ecco, Miyazaki nel corso della sua carriera si è ritirato per ben due volte e, dopo la realizzazione di Si Alza il Vento (2013) viste anche le tematiche del film (correte a recuperarlo immediatamente se non sapete di cosa stiamo parlando) era chiaro il suo addio alle scene. Invece, dopo sei anni di lavoro, il Maestro dello Studio Ghibli è tornato con una storia meravigliosa. Insomma si produce, quando fioriscono le idee, quando la curiosità non si spegne e l’autocelebrazione non è neanche contemplata.
In breve, quando si è degli Artisti.
Seconda metafora: l’intoccabilità di certi artisti
Pink Floyd, Radiohead, Tool. Cos’hanno in comune? Non se ne può parlare male. Nel mondo della Musica ma anche del Cinema (Michelangelo Antonioni,Stanley Kubrick e Quentin Tarantino su tutti) alcuni illustri nomi non possono mai essere criticati. Con una bella chiusa come “non è il mio genere” o “non li conosco ma tanto rispetto” si cerca di mantenere intatto il culto. Si tratta esclusivamente di una questione di fan base, ma che noia.Miyazaki, suo malgrado, è entrato nella cerchia degli intoccabili. Ora, dopo dieci anni, la situazione non può che essere peggiorata.
Il film è un capolavoro, ma se qualcuno dei vostri amici esprime dissenso, abbracciatelo forte.
Guardiamo film per divertirci, emozionarci, riflettere e ritrovare un po’ anche noi stessi. E il Maestro è il primo che inserisce molti spunti autobiografici per dirci uno dei tanti ruoli del Cinema nella sua vita. Rendiamo omaggio a lui e a tutta la Nona Arte stimolando il dialogo e la scoperta di altre visioni.
Ma il film? Semplicemente stupendo!
Nella sua nuova opera, troviamo tutti i temi cari al Maestro: l’infanzia, la natura, la guerra, la perdita, la famiglia. La sceneggiatura è tratta da un romanzo del 1937, E voi come vivrete? di Genzaro Yoshino (ristampato da KappaLab) e già dal titolo capiamo che la sfida che ci lancia il regista è più che stimolante.
Il protagonista del film è Mahito, un dodicenne rimasto orfano di madre dopo un bombardamento aereo. Il padre del ragazzo ha deciso di risposarsi e la sua nuova compagna è in dolce attesa. Mahito deve dunque affrontare tanti cambiamenti: una nuova famiglia, una nuova casa, una nuova scuola e delle nuove abitudini. Nulla in confronto al passo più impegnativo, l’accettazione della morte della madre. La matrigna di Mahito, un giorno, scompare e toccherà al ragazzo cercarla, guidato da un airone cenerino che si dimostra tutt’altro che amichevole.
Come un moderno Enea, Mahito inizia la ricerca della donna in un mondo che non è il nostro. Qui, la natura è dominante, selvaggia e in alcuni tratti anche oscura. Oltre all’Airone, anche i pellicani e i parrocchetti si dimostrano dei pericolosi antagonisti e non sarà facile per il ragazzo compiere la sua missione.
Il Maestro regala al suo pubblico una toccante allegoria della Vita, il viaggio per antonomasia, ricco di luci e ombre, di gioia e depressione, di scoperte e di delusioni, di perdita dell’innocenza, ma di crescita della consapevolezza. Rispetto ai suoi film precedenti, l’atmosfera è più cupa. La sensazione è che il regista ci offra un’opera d’arte, un quadro in movimento che lascia allo spettatore la libertà di scrutare ciò che più lo colpisce.La visione di Miyazaki – 82 anni tra pochi giorni – è complessa, ricca di sfumature e tutti coloro che andranno in sala a vedere il film usciranno con un grande desiderio di rivederlo, per mettere ancora più a fuoco i tanti messaggi disseminati durante la visione.
Il Ragazzo e l’Airone è un film da degustazione, è un esempio di cinema classico che non gioca con la nostalgia, ma punta all’immortalità come le grandi opere. Che sia o meno l’ultimo tassello di un percorso artistico durato decenni, dobbiamo essere veramente grati di aver vissuto nella stessa epoca di Hayao Miyazaki.
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Summary
Il 2024 parte magicamente grazie a Il ragazzo e l’airone, ultima fatica di Hayao Miyazaki che ha già riempito le sale di mezzo mondo, sapendo emozionare e scuotere il pubblico come solo il Grande Cinema sa fare. Per chi vuole approcciarsi al Maestro, per chi lo conosce alla perfezione, per chi ama le belle storie, ecco il film per voi. Buona visione.
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Trama9.5/10
9.5/10
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Regia9/10
9/10
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Personaggi9/10
9/10
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Colonna sonora7.5/10
7.5/10