Noi, volente o nolente, facciamo parte della storia. Siamo all’interno di un ingranaggio decisamente più vasto e mastodontico di noi e difficilmente (per usare un’eufemismo) ci rendiamo conto di ciò che ci passa per le mani o sotto gli occhi. Gli avvenimenti semplicemente accadono e, come sempre, solo il tempo può essere il giudice insindacabile di ciò che è stato e di quali siano stati i suoi effetti. Certo, so cosa state pensando: perché fare una premessa del genere “solo” per un film?
Come darvi torto, alla fine si tratta esclusivamente di una sequenza di immagini, suoni e battute che si dipanano in successione per circa un paio d’ore, una dopo l’altra. E senza che te ne possa rendere conto ti trovi davanti ai titoli di coda: pensi di aver capito tutto e in realtà non hai capito niente. Credi di non aver capito niente e in realtà hai colto il significato più profondo. Probabilmente vi state ancora chiedendo cosa c’entrano le prime righe con una recensione cinematografica. Non tergiverserò oltre. Beh, senza troppi giri di parole, credo che siamo dentro alla storia del genere horror sul grande schermo. Da Nosferatu, sono tanti i momenti che hanno segnato questa tipologia di film, spesso bistrattata ma in realtà profondamente amata dai suoi fan. Ora un nuovo tassello sta per essere messo in questo puzzle. Un nuovo tassello ben definito e chiaro, con un nome e cognome: Jordan Peele. Per alcuni di voi questa potrebbe sembrare un’esagerazione ma se avrete voglia di proseguire nella lettura scoprirete perché a mio avviso Peele è il portatore di una ventata nuova – che dico nuova, nuovissima – nel genere horror e perché Noi è un signor film.
California Dreamin’
Se il nome di Jordan Peele su due piedi non vi dice alcunché sono sicuro che il discorso cambia se vi dovessi citare Scappa – Get Out. Dopo aver diretto e scosso la coltura contemporanea con un horror capace di essere non solo ben fatto ma anche politico e provocatorio (premiato agli Oscar per inciso) il regista torna con la sua seconda opera, un incubo a occhi aperti che, forse, di per sé non mette paura, un po’ come aveva già fatto Get Out, ma che invece sa terrorizzare, perché va a colpirti più nel profondo, superando le classiche fobie e toccando quelle nascoste nell’animo umano.
Ambientato ai giorni nostri, sull’iconica costa della California settentrionale, Noi racconta la storia di una famiglia che vede l’attrice Lupita Nyong’o (magistrale, ndr) nei panni di Adelaide Wilson, una donna che torna alla casa al mare d’infanzia con il marito Gabe (Winston Duke di Black Panther), e i due figli (Shahadi Wright Joseph, Evan Alex) per un’idilliaca fuga estiva. Alla ricerca di quello che può sembrare il classico sogno americano, ben rispecchiato nella figura del padre Gabe, la donna ben presto si troverà perseguitata da un inspiegabile e irrisolto trauma del passato. Coincidenze inquietanti, paranoie e timore che qualcosa di brutto stia per accadere alla sua famiglia sfociano in un crescendo di azioni, colpi di scena e rivelazioni inaspettate. Come noto, Noi ci pone di fronte a un tema che ha sempre trovato un discreta attenzione nel genere horror: il doppio. Ogni essere umano è legato a se stesso, alla parte di sé che viene celata, sopita o nascosta. Ed è attorno a questo fulcro che si snodano la trama e le vicende di Noi, che per un paio d’ore riesce a tenerti incollato allo schermo ancor meglio di quanto ci fosse riuscito Scappa. E se un giorno, sul vostro vialetto di casa, dovesse presentarsi il vostro doppio, come vi comportereste?
Chi ha paura di se stesso?
Dire semplicemente che Noi sia un bel film è decisamente riduttivo e banale. Il lavoro di Peele riesce infatti a superare se stesso e il suo “predecessore” grazie all’abilità di toccare più corde e più temi, tutti incentrati su un argomento, quello dei doppelgängers, che per certi aspetti sembra quasi un pretesto. La pellicola ti mette di fronte alle tue colpe, alle tue paure, alla parte più vera di ognuno di noi, tenuta nascosta, quasi incatenata oserei direi, per lasciare libero sfogo all’apparenza, in una società e in un mondo dove apparire è molto più importante che essere. Ed ecco qui che il personaggio di Gabe insegue una barca, il modello di auto più costoso o la miglior casa al mare possibile: cerca in fondo di raggiungere quel paradiso materiale che il sogno americano ha raccontato a milioni di persone. Poi arriva la realtà, nuda e cruda, e devi i fari i conti non con gli altri ma con te stesso.
Noi mostra alcune delle molteplici sfaccettature dell’animo umano, non solo attraverso i componenti della famiglia protagonista ma anche tramite tutti i personaggi che appaiono qua e là durante il film. Sta poi allo spettatore individuare il proprio alter-ego e trovare posto nel racconto di Peele. La pellicola però non eccelle solo per aspetti che trascendono la trama e il suo contenuto ma anche perché in effetti, tirando le somme, è un ottimo prodotto. La tensione è sempre ben rappresentata, grazie anche al supporto di una colonna sonora che personalmente ho trovato seducente e ammaliante (un passo avanti rispetto a Scappa, ndr) ma nonostante questo non mancano i momenti di humor e alcune citazioni della cultura pop degli anni ’80 e ’90 (Michael Jackson e lo Squalo solo per citarne alcuni). Peele, per chi di voi ha già visto Scappa – Get Out, ama sorprendere lo spettatore, specialmente con il finale. Lungi da me da fare spoiler da alcuni tipo ma sappiate solo che il regista anche questa volta ha mostrato tutta la sua abilità: la mia impressione, abbandonata la sala, è che con la sua prima opera avesse solamente scherzato con noi.
Cast e conclusione
Una doverosa menzione finale spetta al cast del film. Personalmente poco mi importa se tutti i protagonisti ancora una volta sono attori di colore (il web spesso si diverte a polemizzare con poco o nulla) e non è mia intenzione né voglia addentrarmi in questo dibattito. Tra tutti, a mio parere, spicca la performance di Lupita Nyong’o. L’attrice è stata semplicemente fantastica nel rappresentare il personaggio di Adelaide Wilson, capace di subire una propria personale evoluzione durante il film. Avendo avuto modo di visionare il film in lingua originale ho avuto la fortuna di saggiare anche l’interpretazione vocale della Nyong’o che si è confermata, perdonate la banale metafora, una solista di gran talento in un coro discreto. La mia speranza è che il doppiaggio italiano renda giustizia alla sua performance e sono sicuro che le aspettative non verranno deluse.
Che dire, Noi è un film che consiglio a prescindere, sia che abbiate visto Scappa – Get Out sia che non abbiamo mai conosciuto i lavori di Peele prima d’ora. Io stesso, lo confesso, tornerò al cinema per apprezzarlo nuovamente. Ah! Il sottotitolo? Andate a vedere il film e troverete la risposta.
Summary
Noi è la seconda, eccellente, opera di Jordan Peele. Tensione, azione e colpi di scena si sanno alternare ottimamente in un film che riesce a essere profondo e per nulla banale, senza rinunciare a quella tensione e al “nuovo horror” già apprezzato con Scappa - Get Out. Da vedere e rivedere.
- Trama9.3/109.3/10
- Regia9.5/109.5/10
- Personaggi8.8/108.8/10
- Colonna sonora8.5/108.5/10
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