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Oceania 2 – Recensione

Oceania 2 - Recensione

Dopo otto anni, tornano Vaiana, Maui e tutti gli indimenticabili personaggi del capolavoro d’animazione Disney.  Seppur con qualche difetto, il film diverte e intrattiene. La colonna sonora si conferma un punto di forza!

Oceania 2 – La nostra recensione

Nel 2020, il maledetto anno della pandemia. Dave G. Derrick jr, con tutte le fatiche del caso, si gode questa assurda situazione insieme alla famiglia, composta da lui,la  moglie e i loro due figli. Un momento che – come per molti di noi – ha riportato alla riscoperta della lentezza, della relazione e della bellezza dello stare in famiglia. Ed è in questa cornice che in Dave prende piede l’idea di riprendere in mano le vicende di Vaiana, una delle icone della Disney del Nuovo Millennio, insieme a Elsa di Frozen

La sceneggiatura viene affidata ancora a Jared Bush – che già aveva lavorato per Disney con Oceania ed Encanto – e a Dana Ledoux Miller, co-regista del secondo capitolo insieme a Jason Hand e a Derrick Jr. Inizia un lavoro intenso, di quattro anni, che convince i produttori Disney a portare avanti il progetto di un sequel cinematografico, anziché una serie tv per la piattaforma di casa Disney +.  

Il primo film del 2016 è stato un trionfo e non solo a livello di botteghino: Oceania è una bellissima storia di formazione, un inno all’adolescenza, alla voglia di crescere,  andare oltre il reef. Intorno a un soggetto convincente sono stai creati personaggi altrettanto solidi (Nonna Tala su tutti) e divertenti, come il gallo Hei Hei o il maialino Pua.

Un minimo di scetticismo, però, è presente nell’aria: dalla nascita di Disney +, diversi franchise sono stati ripresi in mano e spolpati, attraverso la creazione di tanti prodotti per lo streaming e la sala decisamente trascurabili. Inside Out 2 e Deadpool & Wolverine dei cugini di primo e secondo grado Pixar e Marvel hanno interrotto l’emorragia di flop, ma ora tocca alla Casa Madre. Oceania 2  merita la vostra attenzione, il vostro tempo e i vostri soldi?

Tranquilli, sì. Non siamo ai livelli (quasi) irraggiungibili del primo film, ma non si tratta di una semplice operazione commerciale.

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Vaiana è cresciuta, lo vediamo nel look, nel fisico e nella postura. Ora ha anche una sorellina, Simea, totalmente innamorata di sua sorella maggiore, l’eroina dell’isola.

Vaiana, con i fedeli Hei Hei e Pua, è alla ricerca di altre popolazioni con cui interagire e vivere insieme pacificamente.  Nessuno risponde al suo richiamo. Sembra proprio che l’isola di Te Fiti sia l’unica abitata. Ma, anche stavolta, gli dei si sono messi di mezzo. Il semidio Nalo sembra essere geloso degli uomini. L’unica soluzione per spezzare la maledizione è trovare un’isola, dispersa in una parte di Oceano che deve essere fatta riemergere dagli abissi.

Vaiana capisce che l’impresa è ardua e non potrà farcela da sola: necessita di una flotta: la geniale Loto, l’inventrice dell’isola, Moni, l’esperto di leggende e adoratore di Maui e Kele il vecchio (e lamentoso) esperto di agricoltura e cucina. I pericoli si nascondono dietro ad ogni angolo dell’Oceano, compresi i (buffi) Kakamora.
E dov’è Maui? Il semidio è alla prese con la semidea Matangi, straordinariamente doppiata da Giorgia, un personaggio misterioso che sarà però fondamentale per Vaiana. Non aggiungo altro se non di non uscire prima della fine dei titoli di coda.

Oceania 2 prosegue il viaggio dell’eroe iniziato con la pellicola del 2016: Vaiana è diventata grande, è andata oltre il reef, dove l’Oceano non è sempre amico e si può incorrere in fallimenti e pericoli. Scoprirà l’importanza di avere intorno una ciurma e che è importante allontanarsi da casa quanto non dimenticare mai la strada per tornarci

Il film, però, presenta qualche difetto: la vicenda fatica un po’ ad avviarsi e la prima mezz’ora (prima del viaggio di Vaiana e la sua ciurma) risulta eccessivamente ridondante, un lungo sipario per ritrovare i vecchi personaggi e introdurre i nuovi; la figura di Matangi è interessante, ma quasi abbozzata: probabilmente – forse è spoiler – perché la vedremo approfondita in un terzo capitolo. Anche la mancanza di un vero e proprio villain a volte può rappresentare un limite, soprattutto pensando al vero target del film: i bambini. Ma come per Matangi, anche per Nalo, se ne parlerà probabilmente più avanti: non dimentichiamoci che inizialmente il progetto era nato come serie tv.
Chiudiamo con i punti di forza del film: l’evoluzione dei protagonisti, Vaiana e Maui, è evidente: emerge la volontà degli sceneggiatori di presentare al pubblico – cresciuto a sua volta – la maturità e il cambiamento rispetto alla prima avventura. La colonna sonora si conferma un punto di forza: pur non vedendo tra i credits il nome di Lin Manuel Miranda, le canzoni mantengono un livello qualitativo alto, mediando tra la tradizione disneyana e le sonorità più attuali. Come segnalato in conferenza stampa da Fabrizio Vidale (doppiatore di Maui e voce italiana storica di Jack Black), il lavoro di adattamento dei testi in italiano ha richiesto un grande lavoro di cui si vedono i frutti. Lo stesso Vidale/Maui si è cimentato in un rap tutt’altro che facile. Non resta insomma che andare in sala e godersi il film.

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