Nel 1918, a Orange, in New Jersey, una giovane ed entusiasta Edna Bolz cominciava a lavorare per la United States Radium Corporation, compagnia che produceva per l’esercito americano orologi capaci di brillare al buio grazie a una vernice speciale: la Undark. Edna e le sue colleghe non sapevano, però, che il materiale che maneggiavano ogni giorno era radioattivo e le stava avvelenando, silenziosamente e inesorabilmente.
A pochi giorni dalla Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, celebrata il 28 aprile di ogni anno su iniziativa dell’International Labour Organization (ILO), arriva in Italia il graphic novel Radium Girls, firmato dalla fumettista francese Cy, in uscita per Star Comics il 13 aprile. L’autrice racconta una vicenda realmente accaduta che non rappresenta soltanto una tragica violazione dei diritti dei lavoratori, ma anche e soprattutto una storia di coraggio civile, che ha portato a cambiare per sempre le leggi USA in materia di diritti sul lavoro.
Radium Girls
Edna, Katherine, Mollie, Albina e Quinta sono alcune delle Ghost girls: le operaie della USRC, infatti, brillano al buio come ectoplasmi. La vernice con cui ogni giorno dipingono le centinaia di orologi necessarie a raggiungere gli obiettivi di produttività richiesti, portandosi continuamente il pennello alla bocca per ammorbidirne e renderne liscia la punta – seguendo il metodo indicato dai loro superiori allo scopo di risparmiare sui costi –, la stessa vernice con cui si divertono a dipingersi le unghie e i denti prima di uscire la sera e che resta loro attaccata sui vestiti, è però una sostanza letale, nonostante le costanti rassicurazioni dei piani alti. Le cose cambiano quando l’anemia, le fratture e le morti cominciano a colpirle una dopo l’altra. Dopo l’iniziale smarrimento, decidono quindi di reagire, intraprendendo una lotta per la verità e la giustizia che segnerà la storia.
Il loro impegno, che non conobbe freni nemmeno di fronte alla debilitazione fisica e psicologica del fine vita, portò infatti a diversi successi a vantaggio di tutti i lavoratori americani: furono approvate leggi cruciali per i diritti degli operai – in particolare il diritto individuale di citare in giudizio la propria azienda in caso di danni subiti sul posto di lavoro –, fu creata l’OSHA – l’agenzia federale per la protezione dei lavoratori americani – e furono fatti enormi passi avanti nello studio del radio e dell’impatto delle radiazioni.
Prima della malattia e delle battaglie legali, c’erano però semplicemente delle donne che vivevano spensieratamente la loro giovinezza negli anni Venti, tra impavide sortite in speakeasy illegali, avventure romantiche e gite al mare. Ed è anche così che le racconta l’autrice, omaggiandone la giovinezza rubata quanto la determinazione che ha permesso loro di sconfiggere un nemico tanto più potente.
Disegnato nei toni del viola e del verde, con un tratto essenziale e dinamico che racconta visivamente l’ebrezza, lo slancio e la vitalità degli anni del secondo dopoguerra, Radium girls si caratterizza per uno stile privo di retorica e ad alto impatto allo stesso tempo. Le scelte espressive dell’artista rispondono all’esigenza di narrare la turbolenza che contraddistingueva tanto il periodo storico quanto il momento della vita delle protagoniste che animarono la vicenda, rendendo insieme giustizia al loro dolore.
Quella delle Radium girls è una storia di lavoro e di militanza che riecheggia, seppure a lungo dimenticata, nelle battaglie delle donne di oggi, narrata attraverso il prisma della loro amicizia e del legame che le unì tanto nella vita quanto nella lotta.