Entra a fare ufficialmente parte della scuderia Leviathan Labs con Street Angel un personaggio dalla storia travolgente e rocambolesca: Jesse Sanchez, la più pericolosa senzatetto su skateboard. La più mortale tra gli artisti marziali. E, oh ovvio, una supereroina.
Street Angel
Jim Rugg e Brian Maruca si conoscono da una vita e collaborano probabilmente da prima. La loro cifra stilistica è la capacità di mescolare assieme scenari e riferimenti pop generando qualcosa di ecletticamente nuovo. Cresciuti artisticamente nella prima metà degli anni ‘90, il loro punto di riferimento è stata proprio la prima Image Comics, quella degli artisti stanchi del ferreo controllo delle Major che cominciavano a produrre la proprie opere.
Jesse è una samurai. Non viene mai detto chiaramente, ma combatte e vive secondo il bushido. Personaggio dotato di un’intelligenza sopraffina e di un acume tattico non da poco, è a volte limitata (a volte favorita però) dall’essere una skateboarder senza tetto. Legata ad un gruppo di amicizie più meno canoniche, in realtà è ben conosciuta anche dalla comunità dei supereroi, che la conoscono e rispettano anche per la sua eccentricità. Vestita in camicie a quadri e jeans strappati è la perfetta figlia illegittima di Kurt Cobain, che solo l’ultima decade del millennio avrebbe potuto mai partorire.
Tre storie, tre scenari completamente differenti. In “After school kung fu special”, Jesse se la deve vedere con un bullo della scuola e la sua strategia è a dir poco spiazzante. In “The street angel gang”, la nostra se la vede con una gang di strada, composta da una serie di comparse che pescano a piene mani da tutto l’immaginario di genere, da the Warriors a One Piece. In “Super hero for a day” incontriamo per la prima volta la comunità di super eroi di Angel’s City (la città di Jesse non ha un vero nome, ma potrebbe benissimo essere South L.A.). C’è Captain Alpha, ma c’è anche una bizzarra secret origin di un nuovo eroe. Una delle migliori rivisitazioni decostruite del mito di Lanterna Verde.