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Five Days – Recensione

Five Days - Recensione

Si sa, a volte i rapporti sono disfunzionali, tossici, malati. E possono portare a scontri che cambiano per sempre le vite e le dinamiche familiari. È partendo da questa premessa che in Five Days (ringraziamo MS Edizioni per la copia review, ndr) interpreterete i membri di una famiglia per sciogliere i nodi del passato e rivelare l’incidente che ha cambiato tutto. Un gioco di ruolo masterfull, in cui ognuno dovrà interpretare delle scene e agire da regista nello sviluppo della storia.

Five Days – La nostra recensione

La sessione si gioca su cinque “turni”, tre nel caso vogliate una partita più breve. Ogni turno corrisponderà ad una domanda e il mio consiglio è di strutturare la sessione su tre turni nel caso siate in più di tre a giocare e non vogliate dividerla su due volte. In Five Days dovrete affrontare dinamiche e temi forti, che potrebbero creare disagio in alcuni giocatori. Prima di iniziare è quindi importante occuparsi della sicurezza.

La sicurezza

Il manuale contiene alcune regole di base per assicurarsi la sicurezza del gruppo, come ad esempio il meccanismo di script change. Prima di giocare parlate con gli altri giocatori e cercate di capire cosa potrebbe creare disagio, stilando una lista dei temi da evitare. In alcuni casi magari a dare fastidio sono i dettagli e potreste decidere di rimanere sul vago. Per esempio, uno dei giocatori potrebbe voler escludere il tema della violenza sessuale, un altro potrebbe acconsentire a parlarne in generale, purché non si scenda nei dettagli.

Ricordate: la sicurezza prima di tutto, senza eccezione. Five Days può mettere a dura prova il rapporto tra i pg e i giocatori, motivo per cui dovrete dare ancora più importanza rispetto al solito a questo tema. Con lo script change, potrete decidere di andare avanti veloce, fare pausa o riavvolgere. Ad esempio, se vi accorgete che lo sviluppo di una scena fa sentire voi o qualcun altro a disagio potete decidere di andare avanti veloce e saltare all’attimo successivo, riavvolgere per far succedere le cose in modo diverso o alzare la mano e chiedere una pausa. In qualunque momento poi potrete chiedere di non trattare un tema, anche se non lo avete messo in lista prima di iniziare.

Affrontata questa parte, potete iniziare a giocare.

Un avvertimento: se siete molto sensibili e i temi trigger diventano numerosi, forse Five Days non è il gioco adatto per voi in questo momento.

Il gioco

Durante il gioco ogni membro si ritrova ad impersonare un componente di una famiglia.

La famiglia è intesa in senso esteso e metaforico, non solo come legame di sangue. Può essere un gruppo di amici molto legati, persone che appartengono ad una setta, un gruppo di motociclisti, dei lavoratori di un’azienda…sentitevi liberi di pensare al gruppo in senso piuttosto ampio. A questo punto ognuno decide che ruolo occupa: potreste essere la sorella, l’amico confidato a cui tutti rivelano i propri segreti, il vice della setta che punta al posto del capo e muore d’invidia.

Una volta definito il gruppo iniziale e il ruolo dei personaggi che interpreterete, definite quanto tempo è passato dall’incidente che ha incrinato i vostri rapporti e come vi ritrovate. Magari sono passati decenni e siete chiamati ad incontrarvi da un notaio per una successione e incontrate vostro fratello, con cui non parlavate da dopo l’incidente. Oppure vi ritrovate in una casa al mare, su richiesta della vostra cara amica, che non sentivate da quella sera. Stabilite le condizioni che vi hanno fatto incontrare potrete entrare nel vivo del gioco. Ricordate, ogni giocatore dovrà giocare una scena per turno (3 o 5 in base alla durata scelta) rispondendo ad una domanda.

Five Days parla di traumi, incidenti e dolore e le meccaniche di gioco si rifanno alle cinque fasi dell’accettazione del lutto. Ad ogni fase corrispondono delle domande e delle azioni legate ai token (non temete, tra un po’ sarà più chiaro).
Il giocatore attivo decide quale fase vuole interpretare, sceglie una delle domande associate e gioca la scena rispondendo alla domanda. Non è necessario che giochiate le fasi in ordine, così come potreste decidere di vivere più volte la stessa fase. Come nella vita l’accettazione del lutto non avviene in maniera lineare, allo stesso modo il vostro componente potrebbe seguire le fasi in un ordine diverso. Può capitare anche di vivere una fase più intensamente di un’altra, per cui potreste giocarne una più volte.

Non preoccupatevi poi se gli altri hanno scelto la fase e la domanda a cui avreste voluto rispondere, ogni componente può rispondere alla domanda mettendo in scena la propria prospettiva. Sarà quindi il giocatore attivo a indirizzare la storia. Per mantenere un maggiore equilibrio narrativo però gli altri potranno intervenire. Avrete a disposizione dei token che vi permetteranno di farlo.

Come token potete usare qualunque cosa, l’importante è avere un simbolo che possiate spendere per rappresentare l’azione e lo scambio. Di volta in volta, potrete usare il token per aggiungere un dettaglio, rivelare un segreto o chiedere che a rivelarlo sia un altro giocatore. A seconda della fase potrete inoltre usare i token in modo più specifico. Per esempio, durante la fase della rabbia, accecato dal dolore, il vostro pg potrebbe decidere di causare del male a qualcuno.

Durante i turni di gioco dovrete parlare dell’incidente in modo vago, senza scendere nei dettagli, perché lo affronterete solo alla fine.

Una volta che ogni giocatore ha risposto alle tre/cinque domande infatti, vi sarete fatti un’idea di cosa è successo e potrete finalmente rispondere insieme alla domanda cardine del gioco: “cosa è successo quel giorno e perché nessuno vuole parlarne”? Dopo aver concordato i dettagli, ognuno dovrà raccontare la fine della storia dal punto di vista della propria componente.

Se amate le atmosfere un po’ dark e gotiche, potete tranquillamente portarle in gioco. Five Days si presta all’introduzione di elementi sovrannaturali. D’altronde tra i riferimenti del gioco c’è un bellissimo classico horror, L’incubo di Hill House (piccolo O.T. se non lo avete letto e vi appassiona l’horror, correte a leggerlo, ora!, ndr). Nel caso in cui decidiate di renderlo una sessione horror, stabilite a grandi linee quali entità ci sono e come funzionano. Per esempio, ci sono gli spiriti dei defunti e possono agire sia con intenzioni buone che cattive. Non andate però troppo nei dettagli, usciranno man mano che giocherete.

Conclusioni

È un gioco per tutti? Direi di no. Se cercate un gioco per una oneshot scanzonata e comica sicuramente non fa per voi, così come non è il sistema giusto se volete giocare una campagna lunga.

I temi che tocca sono forti e possono creare disagio, a maggior ragione se tendete ad identificarvi molto con il vostro personaggio. Può essere che le vostre emozioni influenzino il gioco, così come le scene potrebbero avere un effetto sul vostro stato emotivo. Se temete di non riuscire ad affrontare tematiche forti senza che questo vi crei problemi, non è il gioco per voi.

In caso contrario, potrebbe rivelarsi anche un momento catartico; però, mi raccomando, ricordate sempre che è un gioco e non una sessione di terapia. Rispetto ad altri titoli della categoria masterfull/masterless, Five Days è più approcciabile da chi magari è interessato a questa tipologia ma non ha esperienza. Grazie all’uso delle domande, offre un’esperienza di gioco più guidata. Superato il primo turno, che potrebbe essere più difficile perché non avete ancora un canovaccio, diventa più facile proseguire nella storia.

Non prevedendo un master che guidi i giocatori, richiede un po’ più di creatività e capacità narrativa da parte di questi ultimi. È anche vero però che, tramite l’uso dei token, ci si può guidare un po’ tutti ed eventualmente rimettere la storia sui binari in caso di sbandate. Con la scheda scaricabile dal sito, avrete una panoramica riassuntiva delle azioni token e delle domande organizzate per fase, così da non doverle ricordare e potervi concentrare sulla narrazione e l’interpretazione, che sono il fulcro del gioco.

Come tocco di stile, nel manuale trovate indicate le tracce per una possibile colonna sonora della vostra sessione, così da creare la giusta atmosfera fin nei dettagli.

Qualcuno forse storcerà il naso, come succede spesso con i masterfull/masterless, ma, fidatevi, date una chance a Five Days. Se amate i giochi narrativi e preferite l’interpretazione, se vi interessa risolvere i misteri e ruolare indagando le dinamiche psicologiche, è decisamente il gioco giusto per voi!

Credetemi, vi ritroverete coinvolti a cercare di scoprire cosa sia successo davvero quel giorno e il tempo volerà.

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