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The Great Split – Recensione

The Great Split - Recensione

Come ci si sente nell’essere ricchi in maniera considerevole e nell’avere lo sfarzo come routine quotidiana? Personalmente non ne ho idea ma se qualcuno conosce la chiave o la risposta a questa domanda non esiti a farcela sapere! The Great Split, gioco realizzato da Horrible Guild, distribuito da Ghenos Games (che ringraziamo per la copia review, ndr) e che porta le firme di Hjalmar Hach e Lorenzo Silva, ci porta indietro nel tempo di circa 100 anni e soprattutto ci porta nella ricchezza più sfrenata. Siete pronti a far fruttare le vostre ricchezze?

SCHEDA THE GREAT SPLIT

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The Great Split – La nostra recensione

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Se avete avuto modo di giocare a Evergreen (LEGGI QUI LA NOSTRA RECENSIONE) non potrete fare a meno di notare certe somiglianze, soprattutto per quanto riguarda le plance di gioco e i segnapunti, come se fosse il segno distintivo dei giochi di Hjalmar Hach. All’inizio di ogni partita infatti riceviamo la nostra plancia giocatore e i relativi cubetti di legno da collocare negli spazi dedicati (vi lascio al regolamento per questo passaggio) mentre al centro del tavolo viene posta la plancia centrale che scandisce lo scorrere dei turni e il conteggio dei punti fatti. Seguendo le indicazioni sulla plancia centrale vengono distribuite anche le carte necessarie per iniziare la partita e – assegnati gli eventuali bonus dati dai personaggi – si può iniziare a giocare.

In The Great Split avremo a che fare con diverse ricchezze da dover gestire (e spartire). Si va da gemme preziose a opere d’arte passando per libri rari o l’immancabile oro. La caratteristica più originale di questo gioco risiede però nel titolo, che possiamo tradurre con “la grande spartizione”: già, perché saremo costretti a condividere i nostri averi e addirittura a donarne alcuni… ma in che modo?

All’inizio del round, ne sono previsti 6 ognuno dei quali composto da 5 fasi, dopo aver ricevuto le carte (prima fase) arriva il momento cruciale del gioco: si osservano le carte nella propria mano e si creano due mazzetti divisi dall’apposita carta divisore in proprio possesso. Fatto questo si ripongono le carte nel proprio portafoglio pronti per passarlo al giocatore al nostro fianco. Così facendo noi quindi doneremo parte della nostra ricchezza ricevendo contestualmente quella di qualcun altro: ognuno si ritroverà quindi a osservare il portafoglio di un altro giocatore dovendo scegliere uno dei due mazzetti, chiaramente senza cambiare l’ordine delle carte. Presa la decisione, si restituisce il portafoglio al legittimo proprietario. Nella fase di risoluzione i magnati avranno così parte del loro tesoro restituito e parte delle ricchezze altrui che andranno quindi gestite e accumulate nella propria plancia. Si risolvono le carte segnando le risorse accumulate: i cubetti di legno e gli appositi spazi segnapunti rendono estremamente facile e intuitiva questa fase come lo è del resto tutto il gioco. Se non vi ricordate infatti un passaggio o un aspetto delle meccaniche sappiate che sulle varie plance sono riportate tutte le informazioni necessarie per giocare, senza dover ricorrere quindi ogni volta a consultare il regolamento.
Terminata la fase di risoluzione si procede a quella mercato, dove il valore delle opere d’arte potrebbe aumentare (vedremo poi come). Giunge infine la fine del round come ultimo step.

Oltre all’aspetto di dividere le proprie ricchezze The Great Split include altre interessanti dinamiche sparse qua e là durante la partita. Basti pensare al fatto che a metà partita ci sarà un conteggio dei punti parziali oppure al mercato dei libri d’arte che, attraverso lo svelare di una tessera alla fine di ogni round, decreterà il valore di queste opere in continua oscillazione. È vero che aprendo la scatola e osservando le componenti di gioco (come sempre di ottima qualità) si potrebbe farsi prendere dallo scoramento per le tante cose che apparentemente devo essere fatte e gestite. La realtà è ben diversa: The Great Split si rivela infatti un board game dalle meccaniche facilmente assimilabili, giusto il tempo di affrontare un turno o due di gioco per prenderne possesso (diverso naturalmente il discorso per le strategie da adottare, ndr), che consente la partecipazione di un alto numero di giocare. Per un gioco di questo tipo ci si aspetterebbe un massimo di 4 partecipanti invece con The Great Split si arriva fino a 7 mantenendo un’eccellente scalabilità dal momento che tutti fanno le stesse cose contemporaneamente.

Se cercate qualcosa di originale e che possa sorprendere – per meccaniche e grafica – i vostri ospiti al tavolo di gioco, The Great Split è senza ombra di dubbio la soluzione giusta. Siete pronti a fare un tuffo nel passato e sentirvi ricchi come non mai?

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