Bussano alla porta – Recensione

Il ritorno di M.Night Shyamalan

Bussano alla porta - Recensione

M.Night Shyamalan torna al cinema con un grande thriller, un instant classic che lascerà il pubblico in sala senza fiato, creando il giusto mix di tensione, intrattenimento grazie ad una regia dinamica e ad una trama semplice, ma azzeccata.

Bussano alla porta – La nostra recensione

La quasi trentennale carriera del regista indiano è stata decisamente variegata, un ottovolante di grandi successi di pubblico e critica, alternato a pellicole poco riuscite, non comprese o purtroppo snobbate dal pubblico. L’ultimo decennio, in particolare con Split e Glass, il nome di Shyamalan è tornato a circolare con maggior entusiasmo, con grande gioia degli esercenti cinematografici. Il precedente Old, nonostante degli incassi mediocri, lasciava intendere che forse, gli anni di After Earth erano ufficialmente messi da parte.

Shyamalan torna ora con l’adattamento cinematografico del romanzo La casa alla fine del mondo e regala un grandissimo film, che saprà entusiasmare i fan del regista, ma non solo.
La premessa è molto semplice, quanto accattivante: sacrifichereste un membro della vostra famiglia per salvare –  letteralmente – il mondo? L’Apocalisse sta arrivando. 

Eric e Andrew e la loro piccola figlia adottiva Wen si trovano in questa terribile situazione, barricati nella loro baita, dove stanno passando le loro (non più) tranquille vacanze.
I tre vengono infatti braccati e legati alle sedie da quattro misteriose persone: Leonard (interpretato da uno STREPITOSO Dave Bautista), Adriane, Redmond e Sabrina. Queste quattro (ripeto, quattro) inquietanti figure si sono conosciute pochi minuti prima. Ciò che li accomuna sono le orribili visioni avute durante il sonno sulla futura Apocalisse in arrivo, che potrà essere fermata solamente se uno tra Eric, Andrew e Wen sacrificherà la propria vita. 
Leonard e i suoi compagni sono quattro folli o dicono la verità? Si tratta di un’aggressione omofoba? E quegli annunci spaventosi al telegiornale sono reali? Ogni risposta alle vostre domande arriveranno durante il film, in un susseguirsi di continui colpi di scena – più o meno intuibili – che non vi faranno staccare neanche  per un attimo gli occhi dallo schermo.

Oltre ad una sceneggiatura forte, ad una regia dinamica e ad un ottimo cast, merita una menzione d’onore la  colonna sonora di Herdis Stefandossir, artista islandese, già autrice di buone colonne sonore per cinema e tv. Ogni nota sottolinea perfettamente il clima claustrofobico e di tensione, marchio di fabbrica del film. Le musiche di Stefandossir e la regia di Shyamalan sono due elementi importanti di questo film decisamente riuscito.

Si dimostra vincente anche la scelta del regista di non mostrare le scene più cruente, che sono  dunque lasciate all’immaginario dello spettatore. Ogni azione è un perfetto climax di tensione, Shyamalan fa sua la massima del Maestro Hitchcock: Non c’è terrore nell’esplosione, solo nella sua anticipazione.


Informazioni su Mauro Orsi 157 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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