Bene o male, nel mondo videoludico tutti conoscono Cyberpbuk 2077, le sue ambientazioni e i suoi personaggi. Volendo forzare un po’ la mano, il concept pensato da CD Projekt Red non è certo una novità in ambiente videoludico e per trovare qualcosa di simile non è necessario spostarsi troppo. In Polonia ha sede infatti Bloober Team, tornato recentemente alla ribalta, anche se per un pubblico ancora di nicchia, per l’arrivo del bundle con Layers of Fear e Observer, i due titoli che hanno già conosciuto la pubblicazione in passato ma che orano tornano a braccetto. In questa sede analizzeremo più da vicino Observer, il secondo titolo dello studio.
Un futuro non troppo lontano
Nel 2084 l’Est Europa è profondamente cambiato a causa di un nuovo conflitto che ha devastato l’umanità e soprattutto la piaga Nanofagia ha provocato di fatto la morte di tutti umanoidi, essere umani con innesti cibernetici che per sopravvivere a questa piaga sono costretti a fare uso continuo di Synchrozine, un farmaco che permette di monitorare e controllare l’andamento di quelle componenti che altrimenti andrebbero a compromettere la sopravvivenza degli individui. Qui si presenta il detective Daniel Lazarski, un observer, ossia un agente capace di collegarsi con le menti degli altri per ricavarne informazioni e ricordi. Nel bel bezzo di questo contesto tutt’altro che roseo e felice, Daniel, doppiato da Rutger Hauer (sì, proprio lui) riceve un messaggio dal figlio ormai lontano da diverso tempo che lo porta a intraprendere un viaggio tutt’altro che semplice, alla ricerca di una verità mai banale e tutt’altro che scontata.
Cercando di fare luce su questo mistero, con la speranza di ritrovare la propria prole, il detective dovrà fare affidamento alle proprie risorse per capire chi o che cosa si cela dietro ai cadaveri che incontrerà.
Come detto, Daniel è un investigatore e grazie agli innesti cibernetici menzionati in precedenza potrà riconoscere – attraverso la pressione di grilletti o degli stick analogici su PS4 – le tracce organiche, i dispositivi da poter hackerare oppure attivare gli infrarossi per la visione notturna. Con una visuale in prima persona, il gameplay non si discosta molto da quanto visto già con l’horror Layers of Fear, quindi una sorta di walking simulator tra corridoi, luoghi angusti e talvolta onirici, come se fossero stati partoriti dalla mente di Salvador Dalì. Di fatto Observer può essere definito come un’avventura grafica dove gran parte del lavoro sarà quello di spostarsi all’interno di edifici per raccogliere indizi e prove. La vera ricchezza, sempre a livello di gameplay, si ha però quando il nostro protagonista è costretto a collegarsi alle vittime, vive o morte che siano, e viaggiare nella loro mente.
Bloober Team ha già mostrato di sapersi destreggiare bene tra follia e anormalità ma qui il tutto sembra toccare nuove vette, con viaggi che si faranno sempre più complessi e privi di senso (per lo meno apparentemente) tra universi fantastici e citazioni che accarezzano il mondo dell’arte e della letteratura internazionale.
Nel complesso Observer vi accompagnerà per circa sette ore, più o meno il doppio rispetto a Layers of Fear, confermando una trama nel complesso non così banale come ci si aspetterebbe. Il lavoro dello studio polacco riesce a unire, in maniera ancor più felice rispetto al titolo citato, diverse atmosfere che uniscono l’universo punk con quello horror. Nella seconda parte, quella che ci porta dritti dritti alla conclusione, il gioco sembra subire un’accelerata, un cambio di ritmo, una sferzata che porta in scena atmosfere cariche di tensione capaci di diventare co-protagoniste accanto allo stesso Daniel.
Con Observer Bloober Team ha mostrato il suo talento, superando quanto fatto con Layers of Fear, con la consapevolezza di non poter far fronte ai budget faraonici che caratterizzano le produzioni tripla A. Questo lo si riscontra nel comparto tecnico generale che, per dettagli e profondità, non riesce a far brillare gli occhi, al contrario della colonna sonora, capace di unirsi a meraviglia con le atmosfere di gioco e le ambientazioni pensate dallo studio polacco. Resta la personale curiosità di vedere Bloober Team alle prese con i migliori strumenti e i migliori mezzi offerti dal mercato, conscio che potrebbero sfornare un risultato decisamente degno di nota.