Iniziamo con il dire che vedere un horror al cinema non è assolutamente concepibile per gli amanti del genere: bisogna mettere in preventivo che si può avere accanto a noi persone che parlano e si beffano del fatto che stiano guardando un horror, rendendo così l’esperienza desiderata, inesistente.
Detto questo, il primo febbraio 2018 è uscito nelle sale italiane Slumber: il demone del sonno. Un film che tratta di una patologia reale, la paralisi del sonno, che affligge molte più persone di quante ne possiate immaginare.
Non entrerò nello specifico del disturbo, anche perché vi toglierei la curiosità di vedere il film (anche se non sarebbe un male).
Paralisi del sonno o sonno in sala?
Ho scelto di recensire questo film perché io personalmente soffro del disturbo del sonno e quindi mi sentivo molto attratta e in sintonia con la trama di questa pellicola.
All’uscita dalla sala sono rimasta delusa e vuota, come se non avessi visto alcun film. L’argomento trattato aveva grandi potenzialità, soprattutto perché il tema è reale. La regia però non ha saputo sfruttare l’ansia e l’agonia che si prova durante il disturbo del sonno. Va specificato che non si tratta per nulla di un horror ma di un thriller, questo già abbassa il giudizio di un bel paio di scalini.
Gli attori scelti purtroppo non lasciano niente, non trasmettono niente, sono freddi e distaccati rispetto alla trama. Il film dura 84 minuti ma ammetto che in molte parti della riproduzione mi sono trovata a pensare: “ma quando finisce?”, per un film horror che si rispetti questo è assolutamente inconcepibile, alcune scene cadono nei soliti cliché del genere che, per gli amanti come me, risultano ripetitivi e noiosi.
Assenza di fotografia e musica infliggono ulteriormente un danno enorme all’atmosfera che dovrebbe regalare un film dell’orrore.
Un barlume di luce
Ci sono anche però dei piccoli punti positivi in questa pellicola. Alcune parti ritraggono le esatte esperienze che una persona afflitta dalla paralisi del sonno vive, solo in quei momenti ho potuto apprezzare l’impegno alla realizzazione speculare dei fatti reali, ed essere felice del fatto che questo film possa espandere la conoscenza di questa patologia anche a chi non ne soffre. La gioia è finita subito quando mi sono resa conto che la trama e le scene ispirate ai fatti reali, sono uscite dallo schema, mettendo il carico su tutt’altro. E torniamo nei soliti cliché di cui parlavamo prima. Nemmeno la presenza di qualche jump-scare di scarso effetto sono riusciti a donare un minimo di sobbalzo. Con grande fatica sono arrivata al finale, che è stata forse l’unica cosa che mi ha leggermente accontentata.
Ritorno al buio
Se siete afflitti o affascinati dalla patologia della paralisi notturna, Slumber: il demone del sonno non è il film che vi soddisferà. Sottolineo il fatto che questo titolo non punta e non ha la presunzione di rispecchiare quel che realmente accade durante il disturbo (carta che il regista si è giocato male), quindi se siete curiosi di approfondire il tema, non cercate le vostre risposte in questo film. Per i disinteressati può essere un thriller della domenica sera, visto con pochissimo impegno, anche se, detta in tutta sincerità, non ve lo consiglierei mai.
Riassunto
L'horror che non ti aspetti, e in negativo. Un thriller che non riesce a sfruttare l'ottima potenzialità data dal soggetto e che finisce con l'appiattirsi, complici una colonna sonora spesso assente e una recitazione che manca nel coinvolgere lo spettatore. Peccato.
Voto
5-
Trama6.3/10
6.3/10
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Regia5.7/10
5.7/10
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Personaggi4/10
4/10
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Colonna sonora4/10
4/10