Fino a dove saresti disposto a spingerti per ottenere ciò che desideri di più? Questa la semplice domanda che si trova alla base di Starry Eyes, horror diretto dalla coppia Kölsch e Widmyer e distribuito da Midnight Factory e Koch Media. Sarah Walker (Alex Essoe) è una giovane aspirante attrice che vuole sfondare nel mondo di Hollywood ma casting dopo casting l’opportunità sembra essere svanita del tutto fino alla comparsa di un’offerta strana quanto allettante. Inutile dire che da questo momento la vita di Sarah non sarà più la stessa.
Nelle profondità di Hollywood
Conoscere il termine che dà il titolo a questo film ti permette di capire molto su questo body-horror dai tratti esoterici. Con Starry Eyes si identifica infatti una persona ingenua, diciamo sempliciotta, che non riesce a vedere come stanno in realtà le cose. Il personaggio di Sarah è un po’ così, travolta da una vita capace di abbattere ogni speranza e frantumare ogni sogno. Le giornate diventando così stracolme di tristezza e di malinconia. Non a caso il colore dominante di questa pellicola è il grigio, dall’appartamento dove vive l’aspirante attrice, al suo posto di lavoro o al luogo dei colloqui. Una sorta di piattezza che cerca di nascondere un profondo senso di disagio, uno spaccato perfetto di tutti quei giovani aspiranti attori che nel mondo di Hollywood devo sacrificare le proprie pause, dal lavoro di cameriera per esempio, per recarsi ai casting e ricevere ondate di risposte simili.
Questo aspetto, forse non così immediato da cogliere, è la vera ricchezza di Starry Eyes. Il film, che sarebbe potuto essere tranquillamente anche una produzione drammatica, se i registi avessero voluto concentrare le loro attenzioni su altre tematiche. La verità è che si tratta di un film horror e focalizzandoci propri su questo aspetto, il risultato complessivo non è così eccelso anche se alcune componenti sono certamente buone.
Il contesto di sottofondo dove si muovono gli attori (un cast discreto tra cui spicca senza dubbio la performance della Essoe) è certamente “vivo e vero”. A questo si contrappone la parte esoterica e più propriamente horror: ed è qui che Starry Eyes assume colore, letteralmente, con (manco a dirlo) il rosso che fa da padrone. Questa contrapposizione funziona in maniera discreta ma, non lo nego, la pellicola non riesce a farsi ricordare in quanto puramente horror. L’escalation esplode nell’ultima mezz’ora, quando l’evoluzione del personaggio di Sarah assume la sua completezza dando sfogo a quel body-horror a lungo atteso che però si esprime solo in conclusione per un finale, onestamente, fin troppo banale e incapace di sorprendere.
Non mancano infatti le scene di fronte allo specchio, dove la nostra protagonista si rende conto di ciò che sta accadendo al suo corpo (non alla sua anima, ndr), sperimentando le conseguenze delle proprie scelte.
L’impressione è che quando entri preponderantemente in scena la componente horror, il film perda la sua “magia” e quell’allure malinconico, capace di dipingere una Hollywood poco conosciuta ma terribilmente vera. Essendo Starry Eyes una pellicola horror, questa situazione non può che gravare sul giudizio complessivo del prodotto, che se da una parte riesce a offrire qualcosa di originale e di ricercato, dall’altro si rifugia in cliché terribilmente banali senza centrare l’obiettivo di essere totalmente unico, fino alla fine.
Riassunto
Starry Eyes è un body-horror che riesce a dipingere una realtà vera dove le vicende dell'aspirante attrice Sarah Walker (ottima la performance di Alex Essoe) si vanno a mischiare con componenti horror talvolta classiche e poco originali.
- Trama6.7/106.7/10
- Regia6.5/106.5/10
- Personaggi7.4/107.4/10
- Colonna sonora6.5/106.5/10
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