Thanksgiving – Recensione

Il ritorno di Eli Roth

Thanksgiving - Recensione

Eli Roth torna al suo primo amore e ci regala dei potentissimi momenti di insana follia. Ci si diverte, se avete lo stomaco forte! Ci sono molte cose da dire su Thanksgiving di Eli Roth. Quindi, iniziamo. 

Thanksgiving – La nostra recensione

Capitolo 1: Eli, come te la passi?

Sulla locandina del film di Thanksgiving, campeggia sopra al titolo la frase Dal regista di Cabin Fever e Hostel, i due titoli di maggior successo di pubblico e critica di Eli Roth,ex ragazzo prodigio del cinema horror. I due film risalgono rispettivamente al 2002 e al 2005. 

Poi che è successo?  I suoi lavori dietro la camera da presa non provocano lo stesso clamore, nonostante l’ottimo Green Inferno e lo sconvolgente Hostel Part II

Dopodiché, c’è  poco da salvare della sua carriera registica. Vedremo se il tempo e la critica cinematografica ci aiuteranno a rivalutare le opere successive di Roth. Non credo sia  comunque possibile per il remake de  Il Giustiziere della Notte.

Affiancata alla sua attività di regista, c’è un’interessante carriera di attore, che ha il suo picco grazie alla partecipazione a due film del suo nume tutelare, Quentin Tarantino. Ci riferiamo a Grindhouse – A prova di morte e soprattutto Bastardi senza Gloria, in cui interpreta magistralmente l’Orso Ebreo, l’elemento più estremo della compagnia di soldati ammazza-nazisti. Ma torneremo dopo a parlare del sodalizio tra Eli e Quentin. Tornando alla carriera di Roth, vi caldeggiamo la visione della docuserie History of Horror, nella quale vengono approfonditi tutti gli aspetti che hanno reso questo genere un fenomeno di culto.

Insomma, tra alti e bassi, la carriera di Eli Roth è stata finora molto intensa. Ciò che emerge è il suo amore per il Cinema. Come per il suo maestro, Quentin Tarantino.

Capitolo 2: Quentin, capitano, mio capitano

Il legame Tarantino – Roth è commerciale, ma soprattutto, ideologico.

La loro religione comune è il Cinema. Entrambi sono prima di tutto fan, guidati dalla curiosità e dalla loro nerdaggine. Amano il cinema d’autore, ma impazziscono per i B-movies, i poliziotteschi italiani, i maestri europei dell’horror, i western, i film di Kung Fu. Ed entrambi hanno un’ossessione per il cinema italiano (o almeno fino agli anni ‘70).
Tarantino irrompe nei cinema con le Iene e Pulp Fiction e con il passare degli anni diventa la rockstar di Hollywood. Il successo e la visibilità gli permettono di giocare con l’industria del cinema. Tra i tanti meriti, c’è stato di esportare film sconosciuti negli Stati Uniti soprattutto da Oriente e il suo interesse per i progetti indipendenti, come Hostel

Come già anticipato, la collaborazione tra i due prosegue anche dopo i due capitoli di Hostel. Prima dei Bastardi, Roth viene coinvolto in Grindhouse, ambizioso progetto di Tarantino e Robert Rodriguez. I due amici – registi vogliono rendere omaggio alle sale cinematografiche che proiettavano film di serie Z, visibili con un solo biglietto. In USA  i due film di Tarantino e Rodriguez escono insieme ed è un flop commerciale che li costringe a scindere le due pellicole per il mercato europeo: A prova di morte (con Roth nel cast) e Planet Terror

I film sono anticipati da alcuni fake trailers, girati per l’occasione. Uno di questi è Thanksgiving, che, così come avvenne per Machete nel 2010, diventa ora un film vero. Ovviamente, il fake trailer fu girato da Eli Roth. Thanksgiving arriva in sala, carico di violenza e scene estreme. 

Capitolo 3: …violenza gratuita?

Già, la violenza. Esagerata, quasi barocca. Talmente assurda che – inutile negarlo – a volte ci fa scappare un sorriso. Ne cogliamo la finzione, che la spoglia di (quasi) tutta la crudeltà. 

A differenza del Maestro Quentin, Roth gioca più pesante sulle scene cruente. I suoi film sono slasher: gli sgozzamenti sono visivamente potenti, esagerati,  realistici. Questa scelta stilistica comporta una selezione all’ingresso del pubblico, non solo dal punto di vista normativo (tutte le sue pellicole sono vietate almeno ai minori di 14 anni) ma, soprattutto dovuto al gusto e allla sensibilità del pubblico che vengono sfidati continuamente. 
Il cinema di Eli Roth richiede una giusta commistione di stomaco forte e occhi attenti.

Oltre alla violenza, c’è una pesantissima e sboccatissima dose di black humour. Roth non fa satira, ci mostra le parti meno nobili dell’umanità: il capitalismo sfrenato, la dittatura dei social, la guerra sociale tra benestanti e la white trash di provincia. Non indaga, non approfondisce, non estremizza i difetti umani: fanno già schifo così. Non vuole insegnare, ne prende spunto e la racconta con il linguaggio della violenza più sconvolgente. 

Ma, non è forse questo il compito dell’artista? Sono solo film horror, ma oltre l’intrattenimento e il sangue, qualche messaggio si può cogliere. 

Capitolo 4: ma quindi, come c***o è questo film?

Siete ancora qui? Devo ringraziarvi di cuore. 
Dunque, il film. Se possedete i requisiti elencati nei capitoli 2 e 3, ossia passione per i B-Movies, gli slashers e la violenza più estrema, Thanksgiving è il vostro film pre-natalizio.

La vicenda è molto semplice: ad un anno dalla morte di diverse persone, travolte dalla follia dei clienti di un centro commerciale per il Black Friday, un assassino con la maschera di John Carver – un padre pellegrino, una sorta di Jebediah Springfield – cerca vendetta uccidendo coloro che causarono gli incidenti, postando anche i video sul web.

PICCOLO SPOILER: la sequenza dei grandi magazzini è davvero sconvolgente: non per la violenza, ma perché i Morti Viventi di George Romero sono diventati realtà. 

Il film vuole intrattenere, ma che qualche brivido rimane addosso.

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Informazioni su Mauro Orsi 157 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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