Che dobbiamo dire ancora su Wes Anderson? Forse nulla, sarebbe meglio perdersi nei suoi film, perché – probabilmente – come cantava il Principe De Gregori non c’è niente da capire.
Asteroid City – La nostra recensione
Jason Schwartzman, Scarlett Johansson (in una delle sue interpretazioni migliori), Tom Hanks, Edward Norton, Bryan Cranston, Steve Carell, Maya Hawke, Jeff Goldblum, Matt Dillon, Willem Dafoe, Tilda Swinton. Possono bastare? Si, decisamente. Eppure ad emergere, è ancora lui, Wes Anderson. Regista ormai affermato, idolatrato, riconoscibile anche dai meno esperti per la sua estetica, capace di riunire in più occasioni star di Hollywood desiderose di lavorare con lui. Può bastare? Non ancora: tutti i suoi film – dato che il cinema è anche industria – hanno un budget molto basso e chiudono sempre in attivo.
Le premesse per gridare ancora una volta alla venuta del Messia, circondato da un numero e da una qualità di attori/discepoli e pronto a richiamare migliaia di fedeli nelle chies…nelle sale cinematografiche. Non leggete con sarcasmo queste mie parole: il buon Wes – passato di recente anche in Italia per presentare la sua ultima fatica – è riuscito a costruirsi un seguito e una credibilità notevoli, frutto delle sue geniali intuizioni. Probabilmente il regista più pop e riconoscibile dal pubblico con Quentin Tarantino, come una rockstar.
Tutto ora quel che luccica? Mi spiace, ma francamente no. Moonrise Kingdom e The French Dispatch, i film precedenti a Asteroid City (che dopo diversi rinvii e un’anteprima estiva molto in anticipo, ma in linea con la partecipazione della pellicola a Cannes) sono risultati forse un po’ troppo didascalici. Un po’ troppo alla Wes Anderson. Eppure il regista, pur avendo uno stile molto personale, ha sempre osato andare oltre, basti pensare anche solo ai due film in stop motion, Fantastic Mr. Fox e L’isola dei cani. l rischio di risultare un continuo déjà vu o diventare schiavo del suo stesso personaggio era dietro l’angolo.
Con Asteroid City, il pericolo è scampato?
La risposta, come sempre, la darà il pubblico, ancora prima della critica. Ma la sensazione è che sì, Wes Anderson abbia ripreso il suo cammino. L’enorme e nobile cast a disposizione aiuta la riuscita del film, ogni attore è una tessera di mosaico che va a comporre l’opera completa. Ogni personaggio ha le sue peculiarità, le storie di ciascuno si incrociano, in uno stato di alienazione interrotto solo da un…alieno.
Sulla trama possiamo dire che il set teatrale (si tratta di metateatro, Asteroid City è un’opera scritta da Edward Norton) è la città appunto di Asteroid City, dove sta per svolgersi l’edizione annuale di un concorso tra giovani scienziati, accompagnati dalle loro famiglie. Qui si incrociano le vite dei diversi personaggi e le loro storie, ricche di dolore, con le quali è facile empatizzare. L’arrivo di un extraterrestre, costringerà l’Esercito degli Stati Uniti a mettere in quarantena la città, costringendo tutti i presenti ad una convivenza forzata – does it ring a bell? come dicono gli inglesi. Forse in testa ci suona ben di più che una campanella.
Come spesso accade con i film di Anderson, la trama non è il punto focale. Il film diventa un unico elemento, inseparabile, difficilmente definibile nelle sue parti. Va visto, vissuto, lasciato andare, come molti eventi della vita. Forse Wes non amerebbe neanche che se ne scrivesse una recensione, ma che lo si viva, e lo si lasci andare.Sono contento di essermelo goduto in sala, luogo prediletto per i film, figuriamoci per quelli esteticamente perfetti.
In sintesi, Wes Anderson torna al cinema con un’opera corale tenera, malinconica, spietata e vitale, circondato dal meglio della Hollywood degli ultimi 30 anni. Un altro tassello del suo percorso coerente, come si è soliti dire continuo nella discontinuità. L’effetto sorpresa con Anderson è senza dubbio esaurito; utilizzando però una metafora culinaria, Wes ha i suoi ingredienti imprescindibili e ama giocare con i diversi dosaggi.In Asteroid City, ad esempio, emergono le individualità degli attori.
Si segnala una clamorosa performance di Scarlett Johansson, che interpreta una diva del cinema sull’orlo di una crisi di nervi.
Ultima nota: il film uscirà finalmente il 28 settembre, ma dal 27 al 30, su Netflix, usciranno quattro cortometraggi inediti del regista tratti da alcuni scritti di Roal Dahl. Come non entusiasmarsi?
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Summary
Asteroid City rinnoverà l’amore dei fan, farà sbuffare gli altri spettatori, ma non tutti. Qualche nuovo adepto si unirà alla schiera (setta?). Ma come fai, caro Wes, ad essere sempre te stesso , ma a parlarci in maniera diversa? Per favore non dirlo mai.
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Trama7/10
7/10
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Regia8.5/10
8.5/10
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Personaggi9/10
9/10
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Colonna sonora7/10
7/10