Tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90, un giovane giapponese appassionato di videogiochi di nome Satoshi Tajiri decide di trasformare il suo hobby d’infanzia, collezionare insetti – un’attività molto in voga tra i bambini del Paese del Sol Levante – nel concept di un videogioco. Per quanto pazzesco possa sembrare, è così che nasce, nel 1996, quello che è poi diventato al giorno d’oggi il franchise multimediale più redditizio al mondo, con vendite stimate oltre i 100 miliardi di dollari. Nella mente del loro creatore, gli insetti sono poi infatti diventati pocket monsters, mostriciattoli tascabili da catturare, allenare e soprattutto scambiare con altri giocatori: 151 creature più o meno esplicitamente ispirate a vari animali, in grado di evolversi e di affascinare dapprima il Giappone intero e, dal 1998 in poi, il resto del mondo, entrando a gamba tesa nell’immaginario comune e affermandosi come icona pop a tutti gli effetti.
I Pokémon compiono quest’anno 25 anni tra successi, cifre da record e l’innata capacità di conquistare milioni di appassionati in tutto il globo cresciuti tra videogame, carte collezionabili, cartoni animati e molto altro. Per celebrare questo importante compleanno, arriva dal 19 novembre sulla famiglia di console Nintendo Switch il nuovo Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente, un’avventura che farà vivere momenti di nostalgia ai fan di vecchia data e trascinerà tutti gli altri appassionati in un’avvincente storia ricca di miti e leggende, tra le più acclamate di sempre.
Pokémon: i numeri del successo
Con Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente, Nintendo ha deciso di riportare in auge due capitoli amatissimi, usciti per Nintendo DS nel 2006. Non importa se i giocatori hanno già esplorato la regione di Sinnoh in passato o se questa sarà la prima volta: ad attenderli ci sarà una fantastica avventura rivisitata per Nintendo Switch. La storia originale è stata riprodotta fedelmente, mentre alcune funzioni tornano con una veste tutta nuova, tra cui una grafica colorato e modernizzata. Il risultato è un’emozionante avventura nella regione di Sinnoh dal tocco nostalgico e innovativo allo stesso tempo.
Il primo quarto di secolo di vita dei Pokémon ha visto questo fenomenale marchio vendere più di 380 milioni di copie con oltre 70 videogiochi, tra spin-off e titoli della serie principale, rendendolo uno dei franchise di videogame più grande della storia, secondo solo all’intramontabile Super Mario. I capitoli più venduti in assoluto sono stati proprio quelli dedicati alla prima generazione di mostriciattoli, Pokémon Rosso, Blu e Verde (versione giapponese mai arrivata in Occidente), con oltre 31 milioni di copie, seguiti da Pokémon Oro e Argento, con più di 23 milioni di copie, e i titoli che hanno segnato l’esordio della saga su Nintendo Switch, Pokémon Spada e Scudo, che hanno venduto più di 22 milioni di unità infrangendo il record di 6 milioni di vendite nella sola settimana di lancio. Dai 151 iniziali, i Pokémon sono passati attualmente all’incredibile cifra di 898, gradualmente introdotti in 8 generazioni di giochi che sono arrivati, nel tempo, a parlare ben 9 lingue.
Pokémon ha anche un’attivissima scena competitiva in cui l’Italia è tra i Paesi più forti al mondo: basti pensare che a detenere un titolo a livello mondiale è attualmente il 26enne Leonardo Bonanomi. Senza dimenticare che agli ultimi Campionati Mondiali del 2019, il 45% degli invitati europei e il 37% dei top 16 qualificati automaticamente per la seconda giornata di tornei era composto da italiani. Inoltre, nel 2020, durante la prima competizione globale dedicata ai videogiochi Pokémon Spada e Scudo, la Pokémon Players Cup, la metà dei qualificati europei era composta da italiani e, sui 16 posti disponibili per la finalissima, ben 3 sono stati occupati da giocatori provenienti dal Bel Paese. Per dare un’idea della portata del fenomeno torneistico, i montepremi delle competizioni mondiali possono arrivare a garantire al primo classificato fino a 10mila dollari per il videogioco e 25mila dollari per il Gioco di Carte Collezionabili.
Quest’ultimo, insieme alla serie di videogiochi e all’app mobile Pokémon GO, che nel 2016 ha fatto letteralmente impazzire il mondo superando il miliardo di download, è uno dei fenomeni Pokémon più popolari. Si tratta infatti di uno dei giochi di carte collezionabili di maggior successo di tutti i tempi, che dal 2004 in poi ha visto un incredibile incremento di vendita: in tempi recenti, più precisamente nell’anno fiscale 2019/2020, The Pokémon Company ha venduto 1,6 miliardi di carte, che sono diventati ben 3,7 miliardi in quello successivo, con un aumento delle vendite del 43%. Dal 1996 al 2020 sono stati creati 92 differenti set, divisi per generazione, per un totale di 34,1 miliardi di carte prodotte e tradotte in 13 lingue.
Il successo di Pokémon passa anche per il cartone animato, trasmesso per la prima volta in Giappone nell’aprile del 1997 e diventato successivamente un vero e proprio traino di tutto il fenomeno in Italia. La prima serie TV rappresenta uno step molto importante per la saga, perché segnò l’approdo dei pocket monster in Europa nel 1999, in contemporanea all’uscita dei primi videogiochi Pokémon Rosso e Pokémon Blu. Da allora, la serie animata conta 1175 episodi della serie principale, insieme ai 23 film e ad un nutrito numero di storie collaterali. Alla fine di marzo 2020, la serie animata è stata trasmessa in 176 Paesi e regioni diversi in oltre 30 lingue ed è attualmente disponibile su Netflix in 217 Paesi con diversi doppiaggi e sottotitoli.
A proposito di film, il debutto al cinema dei Pokémon risale al 1998 con “Mewtwo colpisce ancora”, il primo lungometraggio dedicato alle strane creature che raggiunse i 36 milioni di dollari di box office (oltre 4 milioni di euro solo in Italia). L’ultima apparizione dei mostriciattoli tascabili su grande schermo è del 2019 con Detective Pikachu, che si è affermato come il film tratto da un videogioco più redditizio della storia con 436 milioni di dollari di incassi.
Insomma, il successo di Pokémon è davvero indiscutibile, ma la loro forza sta indubbiamente nell’essere un fenomeno che unisce ed è in grado di raccontare, come pochi altri prodotti nella storia dell’intrattenimento saprebbero fare, molteplici generazioni di bambini, ragazzi e, ormai, adulti.