Quel che sono stato, l’ho sognato… – Recensione

Il coraggio di osare

Quel che sono stato, l’ho sognato… - Recensione

La trilogia di Luigi Mascolo è una narrazione onirica affascinante, curata e ricca di cultura pop: da maneggiare con cura!

Quel che sono stato, l’ho sognato… – La nostra recensione

Il progetto di Luigi Mascolo, fumettista e designer, è ambizioso, quanto affascinante. Quel che sono stato, l’ho sognato… non nasceva con l’intento di essere una trilogia di romanzi illustrati – i più attenti coglieranno la frammentarietà del primo volume, come segnalato dallo stesso autore – ma, proprio come nella vita, spesso possiamo prevedere poco: non resta che seguire il flusso.

Prima dei contenuti, ci soffermiamo sull’alta qualità estetica del progetto: tre volumi brossurati, 20 x 20 com, con carta lucida e delle copertine che sono quadri

La scelta di Mascolo è di raccontare la vicenda di Filippo, il protagonista della storia, attraverso il fumetto in bianco e nero, ma non solo: sfogliando i volumi, troverete delle immagini a colori che rappresentano un momento preciso della vicenda narrata, come se fossero locandine di film. Il Cinema è molto presente nell’opera di Mascolo, così come la Musica, ma ci torneremo dopo.

Parlavamo di come l’autore ha costruito i tre volumi: fumetti in bianco e nero, locandine – quadri a colori, ma soprattutto l’utilizzo di didascalie che condividono i pensieri di Luigi, talmente profondi, complessi ed elaborati che necessitano di uno spazio più ampio, che va oltre la vignetta

Fumetto, Narrativa, Cinema, Musica e Introspezione rendono il viaggio di Filippo e del lettore unico, scomodo, imperdibile.

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Come accennato il trittico di romanzi illustrati di Mascolo ci racconta la strana nottata di Filippo, anche se la scansione temporale dei fatti è ignota. Lo è meno, ma solo parzialmente lo spazio: siamo in Campania, a Salerno e il nostro protagonista, per evitare di investire un gatto, rischia un grosso incidente. Accosta, vicino ad una cabina telefonica, che inizia a suonare. Da qui, l’incontro con Madeleine (chiarissimo riferimento a Vertigo di Alfred Hitchcock) e l’inizio dello strano percorso di Filippo.

Nel primo volume, Luna, vengono gettate le basi, o meglio, le domande che porteranno Filippo e i lettori a voler proseguire il viaggio e capire se tutto ciò che vediamo è reale o meno.

Nel secondo episodio della trilogia, Catene, conosciamo alcuni importanti episodi del passato del protagonista che si ritrova ad affrontare figure importanti del suo passato. Colpiscono particolarmente la chiacchierata con l’amico Roberto dettoBOB (tutto unito, nessun errore di battitura) sui diversi percorsi della vita o lo scontro con i cugini Alfredo e Sebastiano durante (!!!) il funerale della zia Caterina. Infine, facciamo la conoscenza di Diana, probabilmente la causa di tutta questa tragica esplorazione di Filippo.

Nel volume finale, Specchi, alcuni nodi si sciolgono. Come suggerisce il titolo stesso, Filippo, come tutti noi, anche se non vogliamo dobbiamo fare i conti con ciò che siamo, con ciò che scegliamo di fare, di non fare, ma soprattutto quello che vorremmo fare. La sequenza conclusiva, nel teatro, è da applausi.

Quel che sono stato, non sono stato… è un progetto ricco, in cui emergono i riferimenti di Luigi Mascolo: David Lynch su tutti, Stanley Kubrick, Stephen King, il Joker di Todd Phillips, la musica degli anni ‘80 dal pop al glam rock. Si coglie l’amore e la devozione di Mascolo per quelli che considera dei maestri, non limitandosi alla semplice citazione ma rielaborando e facendo propri certi concetti. 

La lettura è scorrevole, ma richiede una certa partecipazione: perdetevi con (o come?) Filippo: è l’unico modo per ritrovarsi.

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Informazioni su Mauro Orsi 175 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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