Contenuto
- 1 Regolamento
- 1 Tabellone
- 6 Schermi
- 55 Carte
- 49 Segnalini
- 11 Contrassegni
- 1 Tessera
- 6 Indicatori
- 43 Esclusivi marcatori stampati
- 12 Esclusive pedine
- 6 Segnapunti
- 5 Gettoni stampati
Schönbrunn rievoca alla memoria, a un gran numero di persone, il celebre palazzo che si trova a Vienna; in questo insieme possiamo trovare una quantità di persone, sicuramente inferiore alla precedente, che sa collocare nel palazzo barocco il celebre Congresso di Vienna, che si è tenuto agli inizi del 1800; in questo sottoinsieme, a sua volta, possiamo trovare un numero sparuto di individui che collega Schönbrunn al gioco in scatola di Tommaso Bagnoli e distribuito da Giochi Uniti. Ecco, noi oggi siamo qui a parlare proprio di boardgame ma state tranquilli: ci rivolgiamo a tutti, che siate dentro o fuori qualsiasi insieme vogliate.
Un tuffo nella storia
Il Congresso di Vienna si è tenuto dal 1° novembre 1814 e il 9 giugno 1815 (sì, quasi un anno), dove le principali potenze europee hanno deciso le sorti geo-politiche del vecchio continente. Forse so cosa state pensando: “È una lezione di storia?” e la risposta, un po’ a sorpresa, credo, è nì. Schönbrunn si pone infatti di essere in primis un gioco da tavolo, e ci mancherebbe, ma anche un mezzo decisamente alternativo rispetto ai canoni per divulgare un po’ di informazione e apprendimento. Questo avviene in gran parte attraverso il regolamento e la sua lettura, peccato però che questo obiettivo rischia di crollare sulle stesse fondamenta su cui è costruito.
Il regolamento infatti, parte fondamentale di ogni gioco in scatola, è il più grande e macroscopico difetto di Schönbrunn. Il manuale infatti, anche dopo più di una lettura, risulta mal scritto, confusionario e di difficile comprensione. Proprio per questa ragione cercheremo, nelle righe che seguono, di spiegarvi nel modo più accessibile possibile, come giocare a Schönbrunn.
Il numero dei turni varia a seconda dei giocatori, ma questi oscilleranno tra i 4 e i 5. Una volta preso possesso della propria nazione (a seconda dei partecipanti scenderanno in campo determinate nazioni) ecco che avrà inizio la prima fase del gioco, chiamata Gerarchia. Qui si andrà a definire l’ordine in cui le nazioni svolgeranno le proprie azioni attraverso una sorta di asta al buio, puntando uno dei propri delegati (ognuno saprà il valore della propria puntata e basta, fino a quando non saranno svelati i risultati).
La seconda fase è quella degli Incarichi: come avvenuto in occasione del Congresso di Vienna, ogni nazione ha inviato i propri delegati, un capo delegazione e il ministro degli esteri, sul tavolo delle trattative, con lo scopo di trarre il miglior vantaggio possibile per il paese. La somma dei valori di ogni delegazione è la medesima solo che saranno distribuiti in maniera differente da nazione a nazione, creando una naturale diversità e contribuendo così a una profonda strategia nel gioco. In questa fase i giocatori dovranno puntare i propri delegati sugli obiettivi della partita con lo scopo di accaparrarseli. Sempre in questa fase starà ai giocatori scegliere se incaricare anche il proprio capo delegazione, sempre verso un obiettivo oppure contro un avversario. Una volta posizionati tutti i propri elementi si può passare alla fase successiva.
La terza è quella definita Complotti, a dir la verità forse la più breve e semplice tra quelle previste in Schönbrunn. Ogni giocatore, in piena libertà, può puntare dei segnalini Ricevimento contro una puntata avversaria. Il valore di questi segnalini si svolge con una certa incognita, dal momento che non si conosce (ancora) il valore delle puntate degli altri giocatori.
Nella fase Cancelleria, la quarta, i Capi Delegazioni giocati contro gli avversari hanno i loro effetti, naturalmente diversi a seconda della nazione a cui appartengono. Sempre in questa fase sarà possibile scegliere di utilizzare il proprio Ministro degli Esteri come supporto per la conquista di un obiettivo.
La quinta fase è quella cardine, dal momento che risolve tutte le controversie in gioco. Questa, chiamata Congresso, porta i giocatori a risolvere i fari obiettivi. La nazione che avrà effettuato la “puntata” più alta si aggiudicherà l’obiettivo corrispondente e le sue ricompense. Anche i perdenti riceveranno però dei punti, il tutto con lo scopo di mantenere nel miglior equilibrio possibile l’andamento della partita.
La sesta e ultima fase, Recupero, è un po’ fittizia, dal momento che serve solo per recuperare i propri segnalini e prepararsi per il turno successivo.
Lo so, forse scritto così e senza il gioco sottomano, Schönbrunn può sembrare un gioco complesso e di difficile comprensione ma è vero che una volta affrontato e capito, si riesce a cogliere in effetti la sua bellezza. Il bordgame si rivela infatti un titolo strategico profondo e dall’ottima scalabilità, favorita dal fatto che le diverse nazioni in campo sono ottimamente bilanciate tra loro. Proprio per questo motivo, il numero di giocatori non andrà infatti a impattare sul divertimento e la giocabilità ma forse, per evitare che le partite si dilunghino troppo, consigliamo di affrontare il gioco in 4-5 persone.
Nulla da eccepire infine per quanto riguarda il design e la qualità dei materiali: le carte, gli oggetti, la plancia, ogni aspetto è stato curato attentamente e ben realizzato.
Summary
Schonbrunn si rivela un ottimo titolo strategico, profondo e capace di unire alcune nozioni storiche con una discreta giocabilità. Resta un grandissimo scoglio e difetto quello del regolamento, il vero ostacolo e punto dolente di questo bordgame che, onestamente, merita una possibilità e porta in dote una buona rigiocabilità.
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Giocabilità7.5/10
7.5/10
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Scalabilità8.5/10
8.5/10
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Rigiocabilità7.5/10
7.5/10
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Qualità dei materiali8.5/10
8.5/10