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Taco Party Torta Pacco Pizza – Recensione

Taco Party Torta Pacco Pizza - Recensione

Scaldate le mani e affinate i vostri riflessi, Taco è tornato! Se avete già avuto modo di giocare a Taco Gatto Capra Cacio Pizza (vi invito recuperare qui la nostra recensione) sapete già di cosa sto parlando e nel malaugurato caso voi non abbiate idea di cosa io stia parlando (bacchettata sulle mani, badum-ts) sappiate che Taco Party Torta Pacco Pizza sa essere più spietato, frenetico e maledettamente divertente rispetto al suo predecessore.

SCHEDA TACO PARTY TORTA PACCO PIZZA

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Taco Party Torta Pacco Pizza – La nostra recensione

Le dinamiche di Taco Party Torta Pacco Pizza (da qui in poi semplicemente Taco) sono rimaste assolutamente invariate rispetto al primo capitolo e questo, va detto, potrebbe essere l’unico vero difetto del gioco, incapace di offrire qualcosa di originale o diverso. Giocate le vostre carte, recitate i corretti elementi nel giusto ordine e siate pronti come veri predatori, perché per ritrovarsi con una quantità spropositata di carte in mano basta un secondo.

I creatori di Taco devono avere nel loro DNA un nonsoché di perverso e sadico, con una punta di crudeltà verso noi giocatori. Io me li immagino, chiusi in uno stanzino, a studiare qualcosa di diabolico per questo sequel, a sperimentare fino a quando… Eureka!

Le carte di questo Taco infatti sembrano proprio essere state progettate per mandarti nel panico e causarti più problemi possibile. Non solo la combinazione linguistica è diventata più complessa ma anche i disegni ci mettono del loro. I cinque elementi riescono a confondersi tra loro con una naturale semplicità che lascia il giocatore facile all’imprecazione (ma sempre con il sorriso, garantito, ndr), come se fosse un elemento di gioco incluso con la scatola: ed ecco che un taco diventa un pacco o un cappellino simbolo del party, che a sua volta si confonde con una fetta di pizza.

Naturalmente, appurata la malvagità dei creatori di questo gioco (si fa per scherzare, naturalmente…) non potevano mancare in questo elenco anche le carte speciali. Se nel primo Taco avevamo narvalo, gorilla e marmotta ecco qui scendono in campo ninja, unicorno e scimmia. Per complicare ulteriormente le cose, questa volta sarà richiesta una sola mano per eseguire la mossa corrispondente dell’animale mentre con l’altra si dovrà battere la pila al centro del tavolo come se fosse il vostro unico scopo di vita. Questo, in piena trance agonistica, può portare al disturbo psicofisico di alzare una mano ogni volta che è necessario bloccare il flusso di gioco: non vi preoccupate, qualora dovesse capitarvi, è del tutto normale.

Taco si conferma così a mani basse uno dei party game più divertenti presenti sul mercato: giocarci garantisce risate e un velo di tristezza, nonostante possibili mani arrossate, quando la partita finirà. Ma anche in questo caso non c’è alcun problema, dato che la soluzione è semplice: rimischiare il mazzo e iniziare una nuova partita.

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