Quando mi hanno chiesto di coprire l’ultima stagione di Game of Thrones sono stato contento, sarebbe stato un motivo in più per giustificare l’insana idea di mettere la sveglia alle 5 di mattina e vedere gli episodi prima di andare al lavoro: così l’articolo esce subito. In realtà è solo che, come insegna Melisandre, life is dark and full of spoilers. Ho aspettato troppo per farmi bruciare eventuali sorprese in metropolitana da subdoli studenti. Eccomi qui quindi, alle 8.22, pronto a raccontarvi questo s8ep1, che è stato piuttosto preparatorio e avaro di reali colpi di scena, ma che comunque racconterò nel dettaglio. Il consiglio è che ve lo guardiate prima di leggere (ma credo lo avreste fatto comunque). Pronti? Via.
Già dalla sigla, rimaneggiata per l’occasione, gli sceneggiatori chiariscono che non ci sia più tempo per muoversi tra location e storyline. Ci sono rimasti due tronconi, base di altrettante alleanze: il Nord e Approdo del Re. Fine. In effetti, pensandoci, già tanto lavoro era stato fatto per disporre ogni personaggio rimasto da uno dei due lati della scacchiera ed in questo primo episodio si finisce il lavoro con gli ultimi dettagli e spostamenti.
Approdo del Re è certamente la location con meno da dire in questa prima fase. Euron consegna a Cercei i mercenari promessi, lei lo ricompensa con l’unica cosa che ha da offrire e non c’è davvero niente che valga la pena raccontare, nemmeno eventuali speculazioni sul fatto che Cercei sia o meno incinta. Ricordate che lo aveva detto a Jeime? A me era sembrato fosse una balla colossale solo per tenerselo fedele e potrei averci visto giusto se consideriamo che, sparito lui dalla circolazione, la rivediamo bere il vino che aveva rifiutato quando la storia della gravidanza era venuta fuori.
In questa palude stagnante di idee e narrazione annaspa il povero Bron, che viene ricompensato con la storyline più scontata della storia della TV. Pur di dargli un percorso finale, gli autori gli recapitano una richiesta della Regina Lannister in persona: oro in cambio della testa dei due fratelli traditori, che lui non gli porterà mai perchè pur essendo stato per tutta la vita un mercenario votato al denaro e privo di etica ora ha scoperto il valore dell’amicizia nei confronti degli unici due personaggi con cui ha interagito in sette anni di show. Mi sono annoiato a scriverla, sta roba, non oso pensare quando dovrò vederla. Magari però mi sbaglio.
Ultime pedine rimaste da piazzare al sud sono i Greyjoy. Yara è prigioniera dello zio cattivo che però, impegnato ad esplorare i meandri della sottoveste di Cercei, se la lascia portare via da Theon. Il fratello infatti la libera e la riporta sulle Isole di Ferro, che sono quel posto fuori dalla sceneggiatura di questa stagione dove è ragionevole pensare non avremo modo di seguirla. Peccato. Theon però non la seguirà, deciso a completare il suo percorso di redenzione al fianco di quelli che una volta erano i suoi fratelli Stark. Lui ce lo dobbiamo sorbire ancora, quindi.
Passiamo al Nord, dove convergono le cosiddette forze del bene. Jon porta Dany a Grande Inverno, dove Sansa le giura fedeltà con lo stesso entusiasmo con cui io vado dal dentista. La crescita del personaggio della Lady di Casa Stark è perfettamente in linea con questa “riluttanza” verso la regina dei draghi, ma la sorpresa è che il popolo, gli alfieri di Jon, e perfino Arya sembrano vederla come lei e non aver preso proprio benissimo il passo indietro di Snow dal suo titolo di Re del Nord. Al Nord nessuno ama Daenerys, evviva il Nord!
Va tuttavia detto che in questo momento Jon resta l’unico ad aver presente quale sia la reale questione, ovvero i fottuti non morti, mentre le sue sorelle e i suoi alfieri continuano ad auto-irretirsi in questioni politiche di rilevanza prossima allo zero. C’è molto realismo in questa dinamica, direbbe Greta Thunberg. Il fu Lord Comandante ha sacrificato il suo titolo di re per salvare il suo popolo e si chiede: “Perchè nessuno lo capisce?”. Perchè sono Stark, capire non è cosa per loro, caro Jon.
Serve quindi un aiuto per sbloccare la situazione e questo aiuto lo porta Sam, arrivato a Grande Inverno dalla Cittadella con l’informazione sulle reali origini dell’amico, aka Aegon Targarien. Ora Jon sa di essere il legittimo pretendente del Trono di Spade: come cambierà il suo rapporto con Dany? Soprattutto, come prenderà la Madre dei Draghi il suo passare da Regina a zia del Re? Smetterà di dire a tutti di inginocchiarsi? Sarà finalmente disposta ad abbassarsi un minimo e mettersi a disposizione del suo popolo come Jon ha fatto per lei? Poche cose animano i miei desideri più profondi come il non vedere quella bionda odiosa seduta sul trono ed inizio a trovare uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.
Pensateci. Vi ricordate le immagini delle visioni di Dany? La sala del trono in cui, dall’alto, cadeva quella che ho sempre pensato fosse cenere? Ecco, magari non era cenere a posarsi sul trono. Magari era neve. SNOW. Ammicco ammicco.
Volete sapere di Bran? Non ci credo, ma in caso state tranquilli: è esattamente creepy come lo ricordavate e non fa nulla di rilevante a parte ricongiungersi, anche lui, con una vecchia conoscenza: Jeime Lannister.
Questo è quanto: cinquanta minuti scarsi per rimetterci in contatto con Westeros e collocare ogni pezzo del gioco al suo posto, pronto per il gran finale. La terza forza in campo, il Night King, resta come sempre fuor di inquadratura. Sappiamo che sta avanzando e sappiamo che ora ha un drago, non serve vederlo per averne paura e questo Jon lo sa benissimo, alla faccia di chi da anni gli ripete: “You know nothing, Jon Snow”.*
*NOTA: nell’episodio c’è una sequenza orrenda, visivamente e concettualmente, in cui Jon cavalca per la prima volta un drago. Alla fine di questa emozionante scena, Jon e Dany sono soli in una radura dove scorre una cascata e Dany dice a Jon qualcosa tipo: “Potremmo starcene qui per sempre, nessuno ci disturberebbe, lontani dai problemi.” Deja vù? Bravi! La stessa cosa che gli disse Ygritte. E sappiamo tutti che fine ha fatto Ygritte…