Il pensiero del salmone – Inside Out 2

Primo appuntamento

Il pensiero del salmone - Inside Out 2

So cosa state pensando: cosa diavolo c’entra un salmone con NerdGames? Ce lo siamo chiesti anche noi ma con questa rubrica vogliamo aprire uno spazio dove i pensieri controcorrente prendono voce e guadagnano spazio liberamente, un po’ come il salmone che in barba alla corrente la risale senza freni. In questo spazio cercheremo di portare avanti un punto di vista ragionato, non sconclusionato e gettato in mare un po’ a caso, che potrebbe scontrarsi con le masse, cercando di creare uno spunto di riflessione e di discussione. In questo primo appuntamento lo spazio è per Inside Out 2.

Il pensiero del salmone – Inside Out 2

Inside Out 2, per lo meno nel momento della stesura di questo articolo, è il film sulla bocca di tutti con un successo strepitoso al botteghino infrangendo diversi record e conquistando le lodi di critica e pubblico (voti che superano il 90% su Rotten Tomatoes per fare un esempio quando il film è uscito in Italia da 3 settimane e negli Usa da un mese scarso, ndr).
Ma siamo così sicuri che meriti tutto questo successo e soprattutto tutte queste critiche lodevoli? Se il giudizio del pubblico – sempre libero di investire i propri soldi in quello che ritiene più opportuno – resta a suo modo sovrano, confido invece che la critica resti quantomeno il più oggettiva possibile di fronte al recensire qualsivoglia prodotto. Inside Out 2 è davvero questo capolavoro di cui si parla, meritevole di questo successo? Io credo serenamente di no.

Inside Out 2 l’ho trovato un film per certi aspetti banale, ben lontano dall’aspetto rivoluzionario del primo capitolo, vera punta di diamante d’animazione. Una trama ripetitiva, scontata e per certi aspetti poco ragionata non possono essere sufficienti: non nego che sia meritevole di apprezzamento il fatto di voler portare sul grande schermo argomenti spinosi

Spoiler
Attacco di panico
specialmente nella società di oggi, così frenetica e nevrotica ma una sequenza non basta e non può bastare a decretare le sorti di un film.
Se ci pensate, per chi naturalmente ha già avuto modo di visionare la pellicola, la struttura di questo film è la stessa del suo predecessore, solo a parti capovolte: ciò che era mal visto e non accettato nel primo, qui diventa usurpatore e protagonista ma con lo stesso finale e identico finale, quello classico alla “volemosse bene” che intravedi e a malincuore intuisci dopo pochi minuti di film e che già sospetti dalla visione dei trailer.

Forse eravamo stati abituati fin troppo bene dalla Pixar con i suoi film e le sue conclusioni fuori dagli schemi, mature, inaspettate e riflessive. Come detto, è vero che sono stati trattati aspetti non così semplici e impostare un film di questo genere richiede il giusto tempo di ricerche e studi ma la sensazione è di essere tornati al mondo di principi e principesse, dove tutto è bene quel che finisce bene, sempre e comunque. Restano lontani i fasti e le meraviglie del primo capitolo dove anche personaggi del calibro di Bing Bong avevano un loro profondissimo perché: qui si è voluto quasi fare un esercizio di stile – letteralmente – sia nella creazione grafica di alcune compagini sia nel loro spessore, a tratti quasi inesistente. E non mi riferisco solo alle nuove emozioni (veramente tutte necessarie?) ma anche a quei personaggi che si incontrano attraverso l’ora e mezza di film, a discapito delle isole della personalità, dimenticate troppo facilmente e con eccessiva velocità, rimanendo immuni agli avvenimenti del film

Spoiler
Possibile che l’isola dell’amicizia resti intatta in tutto il suo splendore nel corso del film senza subire una minima piega?

Forse in Inside Out 2 non conosci tutte le tappe del viaggio ma la verità è che solo poche di esse sono una piacevole scoperta mentre la destinazione è ben chiara fin dall’inizio, limpida, banale e scontata, purtroppo.

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Informazioni su Samuele "SamWolf" Zaboi 5677 Articoli

Videogiocatore da sempre, amante di boardgame, fumetti, cinema e Serie TV. Affascinato da ciò che è insolito e inusuale. Vita da nerd.
"Everybody lies. No exceptions."
Fondatore e ideatore di NerdGames.it
#powertobenerd

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