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Il pensiero del salmone – Uno Rosso e il caso cinema

Il pensiero salmone - Uno Rosso e il caso cinema

Torna il nostro appuntamento con Il Pensiero del Salmone, la rubrica dove liberamente vi condividiamo un pensiero che talvolta può uscire da quelli che possono essere gli schemi, muovendosi anche controcorrente. Per questa volta, la prima del 2025, vorrei concentrarmi in particolare su un’esperienza che mi ha visto protagonista nel corso degli ultimi mesi dell’anno trascorso, il 2024. Il dettaglio riguarda in particolare modo l’esperienza cinematografica con Uno Rosso, il film disponibile in streaming su Amazon Prime.

Il pensiero del salmone – Uno Rosso e il caso cinema

Che ci piaccia o no, e forse ne parleremo in un altro momento, le piattaforme streaming hanno cambiato in maniera indelebile il mondo del cinema e dei film, per meglio dire. Il lasso di tempo in cui attendere l’arrivo delle pellicole cinematografiche dal grande al piccolo schermo si è assottigliato in maniera incredibile. C’è chi, e a buon diritto, ha rinunciato per esempio ad andare in sala per vedere i film targati Disney, dal momento che dopo circa un centinaio di giorni è possibile goderseli con tutta la comodità del mondo sul proprio divano di casa.
A questo c’è da aggiungere anche il fattore economico, non indifferente, che rende spesso ancora più difficile la scelta di optare per il cinema nei confronti dell’attesa di vedersi il film a casa. Un biglietto, facendo una media tra le diverse catene e al netto di eventuali promozioni, costa poco meno di 8€ e capite subito che, per una famiglia, una serata in sala inizia a diventare una spesa su cui ragionare. Ed eccoci però al vero emblema di questa situazione.

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Come detto, l’argomento del contendere è parzialmente Uno Rosso. Premessa: non è assolutamente il film in quanto tale l’oggetto del mio discorso ma la sua gestione, poteva essere qualsiasi altro film ma la sorte (e Amazon) hanno deciso che toccasse al lavoro di The Rock e Chris Evans.
Ma di cosa sto parlando nello specifico? Del fatto che dalla mia visione in sala alla disponibilità in streaming sono passati meno di 15 giorni. Al di là che probabilmente il primo colpevole di questa situazione è stato il sottoscritto, non in grado di informarsi a dovere sulla data di rilascio del film su Amazon Prime, ma vi posso garantire che la sensazione è stata quella di presa in giro. Sì, preso in giro perché forse, con il senno di poi, non mi sarei recato in sala se semplicemente una dozzina di giorni dopo avrei potuto vederlo nel salotto di casa.

Ritengo quindi che stia diventando molto pericolosa la gestione delle uscite dei film: due settimane dal cinema allo streaming sono decisamente troppo poche e non tutelano chi decide di recarsi in sala, atto di grande fiducia nei confronti della pellicola. È come se non ci fosse più riconoscenza per chi si reca in sala e affronta la spesa economica di un biglietto, tanto nel giro di pochi giorni è tutto presente sulla propria TV…

Come si può ovviare a questo? Una risposta, se c’è, non è facile da trovare perché l’esperienza cinematografica resta comunque qualcosa che difficilmente si può replicare tra le mura domestiche ma probabilmente la differenza di costo tra un film in streaming (ammortizzando l’abbonamento annuale di una piattaforma per i contenuti visti) e uno al cinema è ancora troppo netta. Perché allora non portare sul grande schermo magari contenuti esclusivi? Non sto parlando per forza di minuti aggiuntivi o di versioni estese del film ma anche solo un’intervista al regista, agli attori, qualcosa che solo chi si è recato in sala abbia modo di vedere.

Ovviamente non sono in grado di dire se e come questi aspetti possano cambiare ma la sensazione è che l’argomento continuerà a tenere banco ancora per diverso tempo, con l’augurio che non si arrivi mai a un punto di rottura.

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