Provate a immaginare un gioco che riesce a plasmarsi liberamente sotto le vostre mani. Non fate riferimento però a quei titoli sandbox dove di fatto avete il potere pari a una divinità, con la facoltà di creare e distruggere qualsiasi cosa. Dying Light 2 è qualcosa di diverso e di assolutamente unico nel panorama videoludico: è vero, esistono già giochi dove le vostre scelte fatte in-game avranno delle conseguenze ma nessuna di queste avrà la portata di quanto vi proporrà Dying Light 2.
In occasione della Gamescom di Colonia appena terminata, dopo l’annuncio fatto all’E3, ho avuto modo vedere il prossimo titolo di Techland. Ecco le mie impressioni.
Il mondo a tua immagine
Dying Light 2 è un titolo che mi ha sorpreso. La software house mi ha permesso di vedere una prima build del gioco dove sono emerse quelle che saranno le principali caratteristiche del titolo, che ricordo essere in via di sviluppo per PC, PlayStation 4 e Xbox One. Con una grafica in prima persona, i giocatori saranno chiamati a decidere il destino di una città in declino e tutto sarà basato sulle loro scelte.
In Dying Light 2 sono presenti infatti 3 fazioni (Peacekeepers, Scavengers e Degenerates) e le azioni che verranno fatte in-game andranno a premiare una o l’altra. Questo comporterà dei cambiamenti radicali all’interno del gioco: l’aspetto della città si modificherà totalmente, la disponibilità di risorse come l’acqua sarà differente così come la gestione delle persone infette che, per la cronaca, non amano la luce. La libertà che Techland vuole offrire ai giocatori consente ogni volta di fare una valutazione differenti: se per esempio dapprima sceglierete di supportare i peacekeeper, questo non vuol dire che sarete costretti a farlo per tutta la durata del titolo. Ogni volta starà a voi la scelta e questo, naturalmente, sarà vita a un gioco totalmente diverso per ogni utente. Il risultato di questa liberà sarà nettamente visibile nella modalità co-op dove visitando un vostro amico potrete vedere il SUO Dying Light 2 che, con ogni probabilità, sarà diverso dal vostro e vi costringerà a giocare in maniera differente dal momento che determinate aree sono sotto il controllo di diverse fazioni.
Questo, inutile negarlo, è l’aspetto portante del titolo Techland, quel quid che lo rende così unico e interessante nel panorama videoludico. Personalmente, quando muovevo i primi passi da giocatore, ho sempre immaginato quanto potesse essere bello avere un gioco che si plasma pienamente in base alle proprie scelte e Dying Light 2 sembra proprio rispondere a questa domanda.
Accanto a questo elemento non manca naturalmente l’aspetto grafico e soprattutto il gameplay. Se per il primo è ancora troppo presto per esprimere un giudizio (le premesse sono comunque buone), per il secondo possiamo già notare alcune interessanti peculiarità. La visuale in prima persona rende gli spostamenti e le azioni di parkour un vero piacere anche se non saremo liberi di spostarci come e quando vogliamo. Mi spiego meglio. In Dying Light 2 avremo una barra di stamina che si consumerà abbastanza rapidamente dopo ogni nostro sforzo: durante le sessioni “puzzle” sarà quindi importantissimo studiare prima l’ambiente attorno a noi e scegliere il percorso adatto entro cui muoversi, per evitare così di restare senza stamina nel momento più importante e andare incontro a una morte certa.
Interessanti fasi stealth, con uccisioni silenziose o con spostamenti in cui non dobbiamo fare il minimo rumore, si alternano a fasi di combattimento corpo a corpo dove l’agilità, la prontezza di riflessi e lo studio dell’avversario e dell’ambiente circostante hanno un ruolo da protagonista.
Insomma, Dying Light 2 sembra avere tutte le carte in regola per essere un titolo promettente e dalla alte aspettative. Non ci resta che lasciare Techland al suo lavoro.
Commenta per primo