Playdead non è mai banale. La software house danese non lo è stata quanto pubblicò Limbo, il suo titolo d’esordio, e non lo è stata naturalmente nemmeno con Inside, la seconda produzione da poco disponibile per Nintendo Switch. Questa è stata l’occasione perfetta per riprendere tra le mani (letteralmente data la natura della console della grande N) questo secondo piccolo grande capolavoro. Il titolo non si discosta molto da quanto visto con Limbo (LEGGI QUI LA NOSTRA RECENSIONE) pur cambiando per certi aspetti, dato che non si tratta propriamente di sequel. Può essere considerato però, senza allontanarsi troppo dalla realtà, una sorta di successore spirituale, dove quanto sperimentato con Limbo è stato ulteriormente raffinato e migliorato. Vediamo come.
Realtà o finzione?
Se avete amato come il sottoscritto le atmosfere cupe e misteriose di Limbo non temete, Inside ripropone, anche se con diverse sfumature, quell’allure di incertezza sfruttando magistralmente la caratteristica del non detto. Non ci sarà alcun dialogo o cut-scene perché in fondo, con i titoli Playdead, non ve ne è bisogno. Al posto delle parole, che improvvisamente appaiono così inutili e superflui, si palesa sullo schermo l’incredibile potenza delle immagini e delle luci. Così gli sviluppatori raccontano una storia, o meglio una parte. Perché poi starà al giocatore dare un senso a quanto affrontato in questa manciata di ore (la quantità esatta dipende se avete già avuto modo di affrontare il gioco nel vostro passato). Capire quale sia lo scopo e l’obiettivo del personaggio protagonista e dare l’interpretazione al finale, non meno ambiguo e ricco di letture rispetto a quello di Limbo: questo è quello che ognuno è libero di fare. Questo è il dono e la ricchezza di Inside.
Come già spiegato poche righe sopra, dal punto di vista prettamente grafico, Inside di fatto non è né un passo avanti né un passo indietro rispetto a Limbo. È semplicemente qualcosa di differente: le tetre foreste lasciano spazio a freddi interni, asettici e imponenti. Allo stesso modo, anche il gameplay rimane pressoché invariato. Anche in questo caso ci ritroviamo di fronte alle dinamiche da “Trial&Error” con scorrimento in orizzontale in 2D anche se, questo volta, non manca aggiunte e componenti in 3D, che riescono, in alcune scene, a dare un maggiore senso di profondità, una piccola innovazione verso qualcosa di diverso.
Il livello di difficoltà non è così arduo, o per lo meno non mi pare fosse tale la prima volta che ci giocai. Ora, conoscendo già diverse situazioni e la risoluzione di alcuni enigmi, è difficile poter quantificare in maniera esatta la curva di difficoltà di questo titolo firmato Playdead. Resta invece innegabile la bravura degli sviluppatore a non rendere Inside troppo pesante e gravoso, a causa dei diversi fallimenti a cui si andrà incontro. Un ottimo sistema di checkpoint ci facilità il compito evitando lo spuntare di frustrazioni e malcontenti. Complessivamente, per quanto riguarda infine il porting sul Switch, il lavoro è stato svolto in maniera impeccabile. Questa versione non va ad aggiungere nulla di nuovo ma al contempo riesce a conservare in maniera intatte le stesse qualità che i primi giocatori di Inside hanno potuto provare ai tempi della pubblicazione del gioco, circa un paio di anni fa. Il titolo è invecchiato alla grande – per quanto si possa invecchiare in un lasso di tempo di 24 mesi nell’ambiente videoludico – e poterlo giocare ovunque si desideri, grazie anche alla sua facilità in termini di comandi (bastano due tasti) è un’ulteriore possibilità che non può che far piacere. Sia che abbiate avuto modo di provare Inside in passato sia che siate al vostro primo approccio con il secondo titolo di questi sviluppatori scandinavi, il gioco saprò regalarvi, come il suo precedessore, poche ore ma ben concentrate di bellezza ed emozioni.
Riassunto
Dopo Limbo, anche Inside approda su Nintendo Switch. Il secondo capitolo firmato Playdead conferma la bontà del lavoro svolto dagli sviluppatori un paio di anni addietro. Questa versione non impallidisce rispetto alle altre edizioni ma ribadisce una bellezza complessiva difficilmente riscontrabile altrove.
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Gameplay9.0/10
9/10
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Longevità8.5/10
8.5/10
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Grafica8.0/10
8/10
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Trama8.5/10
8.5/10