Quando si sente parlare o nominare di videogiochi indie o indipendenti, che dir si voglia, il pensiero vola immediatamente a una manciata di titoli che a loro modo hanno saputo segnare in maniera indelebile questa tipologia di prodotti, così particolare e inizialmente considerata di nicchia ma che con il passare del tempo ha saputo conquistare una fetta di pubblico sempre più grande. In questo piccolo e ristretto club fanno parti giochi quali Journey, Flower e Limbo, la cui notorietà è ormai nota e comprovata. Il titolo di Playdead ha saputo conquistare le più disparate piattaforme e ora, dopo essere approdato anche su dispositivi mobile, è giunto il momento di fare rotta anche su Nintendo Switch.
Il cammino della vita
Per i pochi che non sapessero di cosa sto parlando, confido che siate veramente pochi a non aver mai sentito parlare del gioco di Playdead, Limbo è un “trial and death” in 2D a scorrimento orizzontale che vi metterà nei panni di un giovane che dovrà muoversi in questa terra sconosciuta alla ricerca di qualcuno – o qualcosa – ma lascio a voi il piacere della scoperta di questo aspetto. Le note cupe e misteriose che caratterizzano Limbo si ritrovano, naturalmente, anche in questa versione per Switch che restituisce tutta la bellezza del titolo di Playdead.
Recensire un gioco di otto anni fa, già provato, sperimentato (e amato) in passato, non è stato facile, in quanto sono già noti i segreti e la bellezza. Le caratteristiche che hanno reso Limbo il bel titolo che tutti conosciamo si ritrovano pari passo anche in questa edizione per la console Nintendo. In questo senso trovo prolisso e parzialmente inutile dover ribadire i pregi di questo titolo ma è giusto sottolineare, ancora una volta, come Limbo sia in realtà, nella sua più profonda natura, un gioco spietato che non ti permette il minimo errore, pena la morte, spesso crudele e cruenta. Nonostante questo, la bravura degli sviluppatori impedisce il sopraggiungere di quell’arrendevolezza che spesso può fare capolino in situazioni simili ma la verità è che ciò non accade mai, sarà per l’atmosfera, la curiosità di scoprire che c’è dopo, i colori o chissà cos’altro. Forse il motivo si nasconde nella colonna sonora di Limbo che fa del silenzio il suo punto cardine: l’assordante frastuono dei soli effetti sonori, senza nota ad accompagnare, riescono a regalare un’immersione difficilmente paragonabile, a maggior ragione se tenete la console tra le vostre mani.
Soffermandomi per un istante sul comparto tecnico, non ci sono osservazioni di alcun tipo da dover muovere. Il gameplay è solido, sia in versione portable sia sul televisore di casa anche se, personalmente, preferisco la prima possibilità per i motivi già menzionati in precedenza.
Con questa prova ancora una volta si presenta l’occasione per elogiare la bellezza di un titolo come Limbo, le cui fortune hanno senza dubbio consentito l’ascesa dei titoli cosiddetti indie nel mercato videoludico. Il porting su Switch risulta praticamente perfetto, senza sbavature, e riesce a regalare, anche a otto anni di distanza dalla sua uscita originale, le stesse sensazioni di meraviglia, stupore e coinvolgimento, come se il tempo fosse in realtà rimasto congelato e immobile nello spazio.
Riassunto
Limbo è un titolo che non ha bisogno di presentazione e la versione per Switch è la conferma della bellezza di questo titolo indie, capostipite di un genere che ha saputo conquistare onore e gloria negli anni. Se non avete mai avuto modo di provare il titolo Playdead, questa è l’occasione perfetta. Imperdibile.
- Gameplay9.0/109/10
- Longevità8.0/108/10
- Grafica8.0/108/10
- Trama8.0/108/10
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