Che autunno sarebbe senza calcio, senza la ripresa dei campionati, delle settimane piene di partite, ogni giorno e senza sosta? Che autunno sarebbe senza la presenza di quelle serie videoludiche che ogni anno regalano un nuovo capitolo per appassionati e fan che, instancabili, ogni anno sono pronti a mettere mano al portafoglio per assicurarsi l’ultimo titolo? Ed è così che anche quest’anno Konami ripropone la pluridecennale serie Pro Evolution Soccer con il nuovo PES 2019, cercando di ritornare ai fasti del passato ma senza rinunciare a gettare uno sguardo verso il futuro. L’obiettivo sarà stato raggiunto? Scopriamolo insieme.
Time to Revolution
Personalmente, e non ho problemi ad ammetterlo, ho avuto serie preoccupazioni all’annuncio della perdita della licenza della Champions League da parte di Komani. Il mio timore è che questo potesse segnare la fine di PES, schiacciata da un’offerta da parte dei rivali, in termini di licenze, difficilmente raggiungibile. La software house nipponica però ha dimostrato sangue freddo e niente e panico e ha deciso quindi di puntare sul gameplay che, alla fine, è il vero cuore pulsante di un titolo videoludico calcistico. Con l’intento di migliorare quanto visto in passato, Konami ha saputo scegliere i punti di forza, lasciandoli pressoché invariati, e i punti deboli che naturalmente avevano bisogno di novità e aggiornamenti.
Accanto a tutto questo però è doveroso precisare come l’argomento licenze, che sta così tanto a cuore al pubblico, non è stato del tutto trascurato e dimenticato con PES 2019. Se infatti mancano le già citate competizioni europee e club come la Juventus, per quanto riguarda il campionato italiano, o gran parte delle squadre inglese, Konami ha saputo aggiungere un’interessante quantità di campionati migliori che però riescono a impreziosire in ogni caso l’offerta. Il campionato russo o quello scozzese (con l’Old Firm) sapranno sicuramente catturare l’attenzione di buona parte dei fan. Doveroso segnalare infine la presenza del torneo estivo International Championship Cup, che con il passare delle stagioni sta raccogliendo sempre più consensi e pubblico. Certo, non è la Champions League, e ci mancherebbe, ma è pur sempre meglio di nulla, come si suol dire. Resta infine sempre valida l’opzione di importare i dati per inserire i loghi, i nomi e le divise mancanti e avere così il “pacchetto completo”. Tornando però a quanto detto in fase di presentazione, gli sviluppatori hanno voluto dedicare le loro energie e i loro sforzi sul rettangolo verde. Ecco com’è andata.
Dal campo… Al pad
Vorrei mettere subito in chiaro una cosa: PES 2019 è un gioco di calcio. Naturalmente, questa sentenza non vuole essere un’ovvietà o una banalità di dimensioni cosmiche. Vuole nascondere al suo interno la verità insindacabile di questo capitolo: Pro Evolution Soccer 2019 riesce, nell’arduo intento, a trasmettere tramite un pad la vera essenza dello sport più amato nel nostro paese. Tattica, fisicità, schemi, stili di gioco e quel pizzico di genio e fantasia che non manca mai: PES 2019 è tutto questo, è la trasposizione del calcio giocato e visto in TV. Per raggiungere questo obiettivo gli sviluppatori hanno saputo migliorare ulteriormente le animazioni e la fisica dei giocatori: i contrasti aerei, per esempio, saranno molto più dinamici e il loro esito è tutt’altro che scontato. I giocatori sapranno proteggere la palla e la loro mimica nei movimenti è ancora più reale rispetto al passato. La fatica visibile è un’ulteriore conferma in tal senso: gli atleti in campo ora accuseranno la stanchezza con il passare dei minuti mettendo le mani sui fianchi o sulle ginocchia, oppure sbagliando più facilmente passaggi e cross nei minuti finali. L’idea di Konami è chiara, far sentire i video giocatori realmente all’interno di una partita di calcio: il traguardo è stato raggiunto. Questo, oltre a quanto mostrato nelle righe precedenti, è dovuto anche a un miglioramento apportato agli aspetti che nei capitoli precedenti avevano fatto storcere un po’ il naso. Sto parlando in particolare modo di arbitri e portieri. I primi ora sono molto più precisi e attenti (a volte a mio parere fin troppo fiscali ma molto dipende dalla valutazione soggettiva di ognuno di noi) mentre i secondi sono finalmente sicuri tra i pali, grazie anche a un nuovo pacchetto animazioni realizzato appositamente per questo capitolo. Da rivedere ancora invece le uscite e, più in generale, la gestione dell’intelligenza artificiale. I nostri avversari infatti troppo spesso si perderanno in un possesso palla sterile e spesso irreale per il valore della squadra, mostrando un giro palla che potrebbe far impallidire qualcuno in catalogna.
Eccezion fatta per questi aspetti, il gameplay di PES 2019 resta sicuramente il punto di forza del gioco e, quando inanellata la giusta azione, fatta di triangolazioni, smarcamenti e movimenti studiati, si ha quella sensazione di soddisfazione e di “ben fatto” che può sicuramente appagare chi ama il calcio nelle sue sfaccettature.
Anche a livello di contenuti servirebbe però qualche miglioramento, specie per la modalità Master League che ancora una volta non riesce a essere così stimolante come ci si aspetterebbe, nonostante una nuova home e nuove grafiche. Anche selezionando la difficoltà “sfida”, i trasferimenti possono essere completati con troppa facilità e acquistare giocatori tipo Mbappe non risulta assolutamente un problema. Nel mio caso (con difficoltà di gioco settata su Campione), la stella del PSG aveva una clausola da 30 milioni circa che me ha permesso l’acquisto senza problemi, avendo selezionato come squadra l’Inter. Da questo punto di vista PES 2019 non riesce ad accarezzare la realtà e la vera simulazione che di vede sul terreno di gioco ed è forse qui che Konami dovrebbe concentrare i suoi sforzi maggiori, lasciando ovviamente aperto il discorso licenze. In questo modo la software house riuscirebbe a garantire un titolo che sappia di calcio vero e di calcio giocato a 360°, sotto ogni aspetto.
Summary
PES 2019 è un titolo che fa del gameplay il suo punto di forza, avvicinandosi a un realismo mai raggiunto prima d’ora. Non mancano difetti, sparsi qua e là, e l’argomento licenze può essere un deterrente per l’acquisto del gioco. Resta però indubbio il lavoro svolto da Konami per rendere al massimo quanto visto e saggiato all’interno di un rettangolo di gioco e l’obiettivo in questo senso è stato raggiunto.
- Gameplay9.5/109.5/10
- Longevità9/109/10
- Grafica9/109/10
- Colonna sonora9/109/10
Commenta per primo